#LuccaBAD 2016, Bonelli - Tex: Intervista a Gary Frank
A Lucca Comics & Games abbiamo avuto la possibilità di intervistare un prestigioso ospite internazionale di Sergio Bonelli Editore: Gary Frank!
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Non ci siamo lasciati sfuggire l'opportunità di parlare con Gary di questo e di altri progetti che lo riguardano.
Ciao, Gary, è un grande piacere ospitarti su BadComics.it... e complimneti per il tuo italiano!
Grazie a voi, siete troppo buoni.Cominciamo subito dal motivo per cui ti trovi allo stand Bonelli per la sessione firme: la tua copertina di Color Tex. Come sei stato contattato per questo lavoro?
Sono stato contattato direttamente dalla Bonelli, ho alcuni amici lì, ma non sapevo all'inizio se la cosa fosse fattibile. Ho un contratto in esclusiva con la DC Comics che non mi permette di collaborare con altre case editrici, così ho chiesto in America se fosse possibile accettare la proposta.Ci tenevo per mio suocero - che è italiano, come mia moglie - grande appassionato di Tex; si interessa a ciò che faccio, ma non conosce per nulla i supereroi e i fumetti americani. Ho voluto fare un omaggio a lui perché potesse parlarne con i suoi amici: “Mio genero disegna Tex!” [ride].
La DC è stata molto disponibile e mi ha dato il suo OK, così ho accettato e ho realizzato la copertina.
Conoscevi già il fumetto di Tex, il più famoso e venduto nel nostro Paese?
Prima di arrivare in Italia, sinceramente no. Dove abito io, in campagna, devi andarlo a cercare in edicola, ma quando stavo a Milano, ricordo che era ovunque.
Cosa ne pensi del personaggio, e cosa ti è piaciuto di più del soggetto che hai dovuto rappresentare?
Ovviamente è un personaggio storico del fumetto italiano, come lo sono Batman e Superman per quello americano, ma di loro ci sono state e ci sono tante interpretazioni, tante versioni differenti e nessuno leggendone una potrebbe dire “questo non è Batman”, oppure “questo non è Superman”. Per Tex è diverso: di Tex ce n'è uno solo e deve sempre essere fedele al modello originale, classico, molto ben definito dai suoi creatori.
Sono stato molto contento di disegnarlo, è l'eroe più conosciuto e importante del fumetto italiano e l'icona della Bonelli. Poi mi sono divertito parecchio, perché non mi capita molto spesso di lavorare su soggetti western.
Ti piacerebbe lavorare in futuro ancora con la Bonelli?
Sarebbe bello, ma per ora ho il mio impegno con la DC e almeno due anni di progetti che mi frullano per la testa. Quando ne inizio uno ci tengo a portarlo a termine, ma un domani chissà?
Veniamo allora alla DC Comics. Ultimamente ti abbiamo visto all'opera su personaggi saliti alla ribalta grazie al cinema: la Suicide Squad. Cosa ci puoi dire a riguardo?
È una breve storia intitolata Full Mental Jacket e scritta da Rob Williams, lo sceneggiatore della serie regolare. È uscita a ottobre negli States sul quarto albo del Rebirth, disegnato da Jim Lee. Parla di Flag, Harley Quinn e del rapporto non proprio di fiducia che li lega. Mi piacciono quei personaggi, sono molto diversi tra loro e ci si può sbizzarrire.
Puoi svelarci qualcosa dei progetti a cui hai accennato poco fa?
Attualmente sto continuando Batman: Terra Uno, il terzo volume. Sono già pronti circa due terzi della graphic novel, ma non sono ancora in grado di dire quando sarà conclusa. Poi ho in serbo almeno altre due cose, ma non posso ancora dire nulla.
Quando ti rivedremo su una serie regolare?
Non saprei. Ormai da qualche tempo lavoro quasi esclusivamente insieme a Geoff [Johns], con il quale si è instaurato un rapporto davvero speciale. Geoff, come sapete, non si occupa più di serie regolari, ma solo di progetti particolari. Io lo seguo a ruota, ma... ho già detto troppo.
Di solito cosa ti convince a gettarti a capofitto in un nuovo progetto, l'occasione di disegnare personaggi su cui non ti sei mai cimentato?
A questo punto della mia carriera ritengo i personaggi meno fondamentali dello scrittore. Per cui è importante lavorare con persone che stimi e che sai faranno un'ottima storia. Questo, per me, conta più dei personaggi, oggi. Potrà capitarmi un personaggio che mi piace, in futuro, ma se la storia non sarà interessante allora non lo sarà neppure il progetto.
Concludiamo con una domanda che facciamo spesso e volentieri agli autori che intervistiamo. Stai leggendo qualche fumetto in particolare che vorresti consigliare al pubblico di BadComics.it?
Sì, certo. Prima non era facile reperire fumetti in lingua inglese per me a Lucca. Ora, con il digitale, si è riaperto un mondo e ho riscoperto uno dei miei hobby preferiti. Attualmente sto leggendo Paper Girls di Brian K. Vaughan e Cliff Chiang, edito dalla Image. Lo consiglio davvero a tutti sia per la storia che per i disegni!