Lucca Comics: Showcase con Esad Ribic

Incontro con Esad Ribic, uno dei più interessanti disegnatori dell'invasione balcanica del fumetto americano. Ecco cosa ci ha raccontato a Lucca Comics

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Uno dei primi showcase qui a Lucca Comics è stato dedicato a Esad Ribic, “Mister Thor”, lo si può chiamare, per le pagine e le cover di straordinaria qualità che sta producendo per la serie Thor God of Thunder. Ribic è uno degli artisti più apprezzati e amati oggi, non solo dai Marvel fan. L'autore ha parlato con estrema onestà della sua carriera e ha risposto alle svariate domande del pubblico.

Inizia a lavorare nell'animazione: i fumetti erano un hobby e non davano da mangiare, ha confessato. E poi l'azienda croata per cui lavorava è fallita. Si è quindi rivolto verso l'estero per avere più opportunità, in Germania per la precisione, dove ha iniziato a lavorare sui fumetti: comics horror per bambini che non facessero troppa paura e, così ha scherzato Ribic, ha pensato di cercare qualcosa di meglio. È riuscito quindi a lavorare in USA prima per una piccola casa editrice e poi proponendo il suo materiale alla Dark Horse, tramite amici (Edvin Biuković) che lavoravano già lì, ma fu scartato per il suo stile troppo "europeo" anche se Ribic oggi benedice quella sconfitta.

Ho dovuto lavorare a uno stile più vicino ai gusti americani e sono riuscito a trovare lavoro, ha affermato. Quindi, una volta entrato nel giro, ha continuato, sono ritornato con più maturità al mio stile.

Sul restyling di Thor l'artista ha detto di aver avuto grande libertà anche se l'idea di base era già definita e ha ammesso di essersi indirizzato a un'immagine più fantasy perche perché più congeniale per lui rispetto a quella supereroistica.

Voglio un personaggio credibile, naturale e più vicino alla realtà. Sia per la mini di Loki che ora per Thor ho sempre fatto riferimento all'opera wagneriana per esempio.

Il rapporto con Jason Aaron è ottimo, ha risposto a una domanda dal pubblico, perché tutto quello che scrive è chiarissimo e immediato. Pensa in termini visivi  e lascia molto spazio alla creatività.

Mi sono divertito molto con lui, avevamo già lavorato insieme e penso che sia l'autore con cui mi sono trovato meglio anche se non ho mai avuto problemi con tutti gli altri. Con Jonathan Hickman, mi sono trovato bene anche se il progetto Ultimates è stato sospeso per problemi di vendita e quando Hickman mi ha chiesto di seguirlo su Avengers in Marvel Now ero già in contatto con Aaron e temevo di finire comunque a fare qualcosa di simile a Ultimates ma con molta meno libertà. Spero di poter lavorare ancora con Hickman, ma su buone storie; gli Avengers vendono molto bene, ma sono orientati a una passarella dei personaggi più amati, a discapito della trama.

I suoi fumetti preferiti? Nessuno. Non legge fumetti, ha seccamente risposto, mettendosi a ridere poi. Perché entro subito in modalità professionale e non se li gode più, è frustrante. Quindi preferisce leggere libri e sceneggiature.

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