Lucca 2017, Panini: Leo Ortolani presenta C'è spazio per tutti

Leo Ortolani ha presentato C'è spazio per tutti a una sala gremita di lettori

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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A Lucca Comics & Games 2017, i lettori hanno potuto incontrare Leo Ortolani nel corso dell'incontro dedicato alla graphic novel di Panini Comics C'è spazio per tutti, alla presenza di Diego MalaraFabrizio Labate dell’Agenzia Spaziale Europea e Fabrizio Zucchini dell'Agenzia Spaziale Italiana.

È interessante che le agenzie spaziali si siano rivolti a un fumettista per far spiegare il progetto di una missione spaziale.

Fabrizio Zucchini - Sì, è molto divertente, ma nel nostro lavoro c’è coordinazione e multidisciplinarietà. Abbiamo deciso di puntare sull’Arte collaborando ancora con Panini per fare un fumetto insieme, e chissà, magari in futuro ne faremo altri. Da parte nostra è stato amore a prima vista.

Fabrizio 

Labate - Il primo incontro è avvenuto in un albergo di Milano ed è stato divertente vedere interagire due protagonisti della nostra epoca, così differenti ma entrambi interessati allo spazio: Paolo Nespoli e Leo Ortolani. In quell'occasione ognuno ha raccontato un po' del suo lavoro.

Leo 
Ortolani - In quell'occasione mi avete regalato un bellissimo volume di cinquanta chili, così mi sono ritrovato a correre per la Stazione Centrale di Milano per non perdere il treno, tra scalinate e controlli per raggiungere il binario 23. Tutto con questo librone dietro. Le gambe diventavano sempre più pesanti, mi sembrava di affondare nel terreno.

Paolo è una persona con un entusiasmo straordinario, l’idea di tornare nello spazio per lui è come andare a Gardaland. Si vede nei video dopo la partenza, è divertito, sono felice di aver collaborato a una storia in cui c’è lui. Ho visto l’ingresso alla stazione spaziale: c'è quest'omone - credo sia uno degli astronauti più alti - che entra, bacia e abbraccia tutti, sembra davvero un bimbo che entra a Gardaland per la prima volta.

Mentre lui si preparava al lancio, tu stavi finendo Rat-Man e preparavi il lancio di "C’è spazio per tutti". Di cosa ti sei nutrito in questi mesi?

C'è spazio per tutti, di Leo Ortolani - Panini ComicsOrtolani - Ho

 lavorato a questo volume tutta l’estate, nessun giorno escluso, domeniche e Ferragosto compresi. Tre o quattro pagine al giorno, fino alla consegna del 10 settembre, sono state una lavorata pazzesca: la stazione spaziale - se avete visto qualche foto - non è semplicissima da disegnare, anche dall’esterno. Prima della consegna ho dovuto fare correzioni, perché mi ero reso conto di aver messo il modulo Leonardo da un’altra parte rispetto a dove si trova realmente. Dopo la consegna mi sono reso conto dai video dalla stazione spaziale che hanno spostato il tavolo rispetto a dove l’avevo visto io, e ho pensato: “Ma dai, allora lo fate apposta!”. La stazione spaziale è stata costruita nel 1998 e da allora è in continuo cambiamento.

È stata un’impresa complicata anche perché non ero a casa, comodo. Ho osservato tutto attraverso il cellulare, strumento potentissimo con cui ho scaricato un sacco di immagini di riferimento, e ho letto vari articoli. Non si racconta solo l’avventura di questo personaggio ispirato a Paolo Nespoli e di Rat-Man, succede qualcosa, ma ci sono anche piccoli documentari che raccontano la conquista dello spazio; dai primi lanci del ’47 fino alla stazione spaziale e oltre, anche perché mentre disegnavo mi dicevano: “Guarda che hanno messo questo aggeggino con le telecamere". E me lo dite adesso?!

Diego Malara - L'idea di spedire "C’è spazio per tutti" nello spazio ha richiesto un lavoro lunghissimo, perché il bagaglio di un astronauta non è infinito, è grande come un thermos, e ci sono dei limiti anche di natura economica. Dopo aver provato a creare un modellino del libro, Leo ha realizzato l’artwork della copertina ed è stato stampato su un pannello sufficientemente leggero. Però non era un vero fumetto, quindi non sarebbe stato il primo fumetto nello spazio...

Ortolani - È stato commovente pensare di riuscire a fare una cosa del genere. Mi sono ritrovato a scrivere il finale della serie di Rat-Man e a mandare un albo a fumetti nello spazio. Ho iniziato a fare fumetti con i personaggi a muso di scimmia con "Spazio 1999", quindi si chiude un cerchio. Non ho parole, spero di essermi spiegato con la storia… mi auguro che vi piaccia, è un fumetto particolare, un omaggio alle persone come Paolo che si gettano nelle imprese con grande entusiasmo. Io mi chiedo cosa possa spingere un uomo a viaggiare nello spazio. A parte avere delle figlie adolescenti.

Zucchini - Tutto quello che si fa nello spazio ha come obiettivo rendere migliore la vita sulla Terra. In questo momento sono in corso tanti esperimenti internazionali; undici italiani, tra cui lo studio sulla perdita di massa muscolare e ossea, che può servire per curare l’osteoporosi, o sulle malattie che portano stress ossidativo. Per quanto riguarda la tecnologia, abbiamo un apparecchio che da un campione di saliva ci permette di capire lo status dell'astronauta… si progredisce e grazie agli esperimenti fatti in micro-gravità portiamo informazioni sulla Terra

Labate - L’astronauta è la punta di diamante di un sistema con centinaia di persone che lavorano per lui, porta con sé tutti loro, ma anche noi sulla Terra.

VITA è anche un acronimo che sta per Vitalità, Innovazione, Tecnologia e Abilità; uniamo le componenti scientifiche e tecnologiche con caratteristiche umane che l’astronauta porta con sé. Il simbolo della missione rappresenta il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, con due polarità: il cerchio di sinistra contiene l'elemento scientifico, simboleggiato dal DNA, mentre sul lato destro vediamo l’elemento culturale, un piccolo libro. Al centro abbiamo la Terra che è l’obiettivo finale di ciò che noi andiamo a fare.

C’è la corsa allo spazio, c’è la scienza, ma c’è anche Rat-Man.
 È la prima avventura di Rat-Man dopo "Rat-Man".



Ortolani - Sì, in realtà viene scelto perché è una persona qualunque senza particolari capacità, tranne una laurea in YouTuber, così da dimostrare che un giorno tutti potranno andare nello spazio, per cui viene messo sul groppone di Paolo Nespoli. Si tratta di un’operazione di marketing.

Mettiamo caso che un fumettista del futuro viaggi nello spazio. Che problemi avrebbe?

Ortolani - Be', la matita c’è: è una matita fatta con grafite particolare, che non produce polvere perché poi si andrebbe a infilare ovunque provocando gravi danni.

Zucchini - La NASA non sarebbe entusiasta se la carta o altri materiali infiammabili andassero nello spazio
...

Malara - Ora vi chiederete come abbiamo fatto a mandare questo fumetto nello spazio: non gliel'abbiamo detto.

Ortolani - Un po’ un’italianata.

Molti haters di Internet sostengono che i soldi delle missioni spaziali potrebbero essere utilizzati per "ben altro"...

Ortolani - Certo, tipo andare in trattoria. Ma tutti, eh!

…potete ricordare perché è così importante che esistano queste missioni?

Zucchini - L’abbiamo detto prima: tutto quello che si fa nello spazio torna sulla Terra, dalla progettazione di tecnologie alla cura di malattie. I soldi usati dalla Scienza sono un infinitesimo rispetto ai soldi che gli umani spendono per fini molto meno nobili.

Labate - In realtà il contributo medio in Europa è di 10 Euro a persona ogni anno, che portano a ricadute enormi anche nel sistema industriale, contratti e posti di lavoro. Il ritorno di questo investimento è circa dieci volte tanto.

Ortolani - E se gli haters possono scrivere tutte queste cavolate, se possono mandarle dal cellulare, se il segnale può andare da una parte all’altra del mondo, è merito dei satelliti.

Labate - Per concludere volevo ringraziare Panini che ci ha permesso di parlare di spazio in un luogo come Lucca, dove di solito si parla di fumetti. È un tema non banale.

Zucchini - Siamo contenti, uno dei nostri fini istituzionali è trasmettere la passione per lo spazio alle nuove generazioni. Speriamo che in questa platea ci siano dei futuri astronauti.

Labate - Chissà, magari il primo uomo che andrà su Marte lo farà perché ha letto “C’è spazio per tutti”.

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