La classifica ragionata dei 10 migliori film di Luc Besson
Per fare una classifica dei migliori film di Luc Besson bisogna muoversi tra generi diverse e idee produttive a volte opposte
Sono molto diversi tra di loro i titoli della filmografia di Luc Besson. Metterli in classifica significa anche fare una gerarchia di generi, trovare quelli in cui eccelle, notare quelli in cui emerge meno, e valutare diversi tipi di aderenze, innovazioni, stravolgimenti o omaggi. Se è difficile concordare con le classifiche fatte da altri, nel caso di Besson bisogna davvero avere dei gusti e delle preferenze cinematografiche identiche per pensarla allo stesso modo. Ecco quindi la nostra classifica ragionata dei 10 migliori film del regista francese, in vista dell'uscita al cinema di Dogman, prevista per il 12 ottobre.
10. Il quinto elemento
È il grande film di Luc Besson, quello più ambizioso che si misura con il genere più difficile da fare al di fuori dell’America. Fu coprodotto tra Francia e Regno Unito con modalità e valori che poi avrebbero fatto scuola. Meno avrebbe fatto scuola la sua idea di fantascienza, molto derivativa, poco suggestiva e fallace anche dal punto di vista del design. Tuttavia rimane uno dei suoi film più ambiziosi e per certi versi fascinosi.
9. Cose Nostre - Malavita
Con la produzione di Scorsese Besson tenta il film di mafia, ma tutto strano. Siamo in un mondo del cinema post-Soprano, i mafiosi ora sono persone comuni con vite comuni da cui si distaccano solo brevemente per atti atroci. Lo spunto viene da un romanzo e vede una famiglia malavitosa in esilio in un paesino della Francia, nascosti per una guerra con gli altri membri, costretti a sembrare normali e per questo insofferenti. C’è un po’ del McDonagh di In Bruges e un piacere contagioso nel racconto che rendono il film adorabile.
8. DogMan
Spesso Luc Besson fonde altro cinema, proprio film di altri registi o trovate di altri registi, per fare i propri. In Dogman (in uscita al cinema il 12 ottobre) forse per la prima volta fonde il proprio. C’è una persona cresciuta come in un melodramma, che sviluppa una personalità così peculiare da sembrare il villain di un racconto a fumetti. Lui mette in piedi una famiglia non convenzionale fatta di cani, si batte contro il crimine e trova sollievo nell’esibirsi come Drag Queen. Non tutto è a fuoco ma sono idee che nessun altro ha.
7. Giovanna D’Arco
Quando Ridley Scott aveva girato solo 1492 - La conquista del paradiso e doveva ancora cambiare l’idea che abbiamo del kolossal storico, iniettandoci elementi del cinema moderno d’azione, ma dopo che Braveheart aveva aperto quella porta, c’è stata la Giovanna d’Arco di Besson, perfetto esempio delle sue anticonformiste sognatrici del cinema, eroina d’azione in un mondo dalla violenza sopra le righe e versione modernissima di una storia eterna.
6. Angel-A
Un film che vuole essere di contenuti che tuttavia prende le mosse da un’immagine, quella di una donna alta, bella, una modella con un fisico potentissimo, a confronto di un uomo piccolo e brutto dal fisico misero. Il rapporto tra questi due opposti fotografati in bianco e nero netto, nelle strade di Parigi potrebbe essere materia per cinema da Nouvelle Vague, invece è Besson che fa di un film di dialoghi un blockbuster (a suo modo) e trova finalmente lo spunto migliore per la sua vena tenera. O meglio: la sua versione di una manic pixie dream girl.
5. Le Grand Bleu
Controversissimo film di apnea. Quando aveva girato solo due lungometraggi Le Grand Bleu fu il film della rivelazione francese di Besson, il primo con un grande successo e il primo a iniziare a far vedere il suo stile di regia. Applicato a una storia vera (anche se i nomi sono cambiati) il modo in cui trasforma in cinema europeo le classiche idee del film sportivo all’americana è quasi una previsione del suo futuro.
4. Anna
Tra i suoi film con personaggi d’azione femminili Anna è il meno noto, sicuramente il più confuso ma in un certo senso anche il più tenero e complicato. È una storia di spionaggio che lentamente diventa lo studio di un carattere in un’ambientazione moderna e d’attualità, come sempre, ma anche tradizionale se la si guarda attraverso le regole del proprio genere.
3. Lucy
Sono gli anni del cinema di supereroi e la produzione europea non può competere, anche le proprietà intellettuali dei fumetti europei (come Tintin) sono saccheggiate dagli americani. Prima di tentare il suo cinecomic con Valerian, Besson gira Lucy, una storia originale in cui una star americana presa direttamente dagli Avengers (Scarlett Johansson) passa da persona normale a supereroina per un incidente quasi ridicolo (un pacchetto di droga grandissimo si rompe dentro il suo corpo potenziandola). È un piccolo delirio e questo è il suo bello, in cui la trama fa acqua da tutte le parti ma la mano di Besson è più in forma che mai.
2. Leon
Jean Reno era già un attore ricorrente nei film di Besson, Gary Oldman lo sarebbe diventato e poi c’è Natalie Portman. Questo “film americano” è il primo girato negli Stati Uniti e si confronta con tantissima mitologia statunitense scopiazzandola tantissimo ma con un tono che nessun altro film ha. Una specie di strana favola di pallottole su un killer un po’ scemo e un bambina molto svelta che formano una coppia al limite dell’attrazione sessuale. Sta su un terreno scivolosissimo Leon, eppure fa cinema mainstream, molto popolare con grandissima voglia di divertirsi, centrando l’unica cosa che conti in questo tipo di film: il senso di solitudine e disperazione delle grandi città.
1. Nikita
L’idea cruciale della carriera di Luc Besson: la femmina d’azione, sexy e pericolosa. Nikita è il ponte tra un vecchio cinema e quello nuovo, anche nella trama. Un modello femminile tipico viene trasformato dalla polizia francese in una killer spietata da fumetto. Visivamente è un film figlio dell’estetica patinata delle pubblicità, cosa che all’epoca lo rendeva inviso alla critica. Oggi è un gioiello di trovate da grande illustratore, a partire dal fisico piccolo e magrissimo di Anne Parillaud a contrasto con una pistola gigante. Azione di grandissimo livello, trovate di tensione e caratterizzazioni che sono grossolane senza mai essere ridicole, anzi proprio nei tratti grossi trovano un senso umano. Come i migliori fumetti.