Lost: Damon Lindelof svela i retroscena sulla serie, che doveva finire dopo tre stagioni

Damon Lindelof ha parlato, senza troppi giri di parole, della storia di Lost, di quando aveva in mente di farlo terminare e delle pressioni dell'emittente.

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Damon Lindelof ha parlato, senza troppi giri di parole, della storia di Lost, di quando aveva in mente di farlo terminare e delle pressioni dell'emittente. La serie si è conclusa nel 2010 dopo sei stagioni, tre in più rispetto a quelle che Lindelof aveva in mente insieme a Carlton Cuse. Innanzitutto, Lindelof ha ricordato che una delle prime domande della ABC riguardava le risposte nella serie. Quando sarebbero arrivate? E perché gli spettatori avrebbero dovuto continuare a guardare la serie dopo? L'idea di Lindelof era di inserire nuovi misteri andando avanti:

Avremmo introdotto nuovi misteri mentre andavamo avanti. Quindi, speravamo che per ogni mistero a cui avremmo risposto, ne avremmo creato uno nuovo e avvincente. Se fossimo riusciti a trovare il giusto equilibrio, non si sarebbero accumulati. Penso che possiamo entrambi concordare sul fatto che non abbiamo raggiunto il giusto equilibrio.

Lindelof comunque avrebbe voluto chiudere la serie con la terza stagione:

Quella era l'idea iniziale, ma non ne volevano sapere. (...) mi dicevano: "Capisci quanto sia difficile realizzare uno show che la gente vuole guardare? E che alla gente piace? Quindi perché dovremmo terminarlo? Non chiudiamo serie che le persone stanno guardando"

Alla fine del secondo anno, sia Lindelof che Cuse erano pronti a lasciare, più per divergenze creative che per motivi economici, anche se - stando a quanto racconta l'autore - la ABC impostò la trattativa in quel senso. Infine fu raggiunto un accordo per la terza stagione, al termine della quale i due showrunner avrebbero lasciato. Questo, racconta Lindelof, era anche il periodo in cui molti scrittori di Alias, come Drew Goddard, si unirono alla serie. Nel corso del terzo anno iniziarono i problemi con i flashback: in pratica non c'era più nulla da raccontare sui personaggi. Ma tutto questo comunque si adattava bene all'idea di una serie che doveva finire con la terza stagione.

Lindelof ricorda:

(...) stava iniziando ad essere molto frustrante. I flashback non erano più buoni. C'era l'aggiunta di Michael Emerson come regular e Henry Ian Cusick come regular, e Adelwale [Akinnuoye-Agbaje] e Michelle Rodriguez e Cynthia Watros, tutta la sezione di coda... alcune di quelle cose funzionavano, ma tutte le altre cose no.

La ABC a quel punto acconsentì a chiudere la serie... dopo dieci stagioni. La proposta arrivò, racconta Lindelof, nel mezzo della terza. Un'offerta che Lindelof giudicò al pari di non poter lasciare la serie. A quel punto comunque era palese l'esigenza di costruire almeno una quarta stagione finale, perché avevano già elaborato la storia degli Oceanic 6 che lasciano l'isola.

Pensavamo di farla iniziare dalla seconda parte della terza stagione e poi avere un'altra stagione, la quarta stagione, che sarebbe stata un'intera stagione da venti episodi, per fare tutto. E loro hanno risposto: "Che ne dici di nove?". Alla fine l'accordo è stato raggiunto sei stagioni con meno episodi per darci più tempo tra le stagioni per pianificare le cose. E poi ovviamente la quarta stagione è stata interrotta dallo sciopero degli scrittori, ma tutto il resto è andato relativamente secondo i piani. Non dico che tutto ciò che abbiamo fatto ha funzionato, ma avevamo un piano e lo abbiamo eseguito.

Fonte: Collider

Continua a leggere su BadTaste