Looking: Jonathan Groff parla del suo personaggio e delle critiche ricevute
Jonathan Groff, uno dei protagonisti di Looking, parla del suo personaggio, delle tematiche raccontate nello show della HBO e delle critiche ricevute
L'attore ha sottolineato che la scena del pilot ambientata nel Golden Gate Park possiede un valore simbolico perché mostra la prima volta che Patrick, il suo personaggio, prende dei rischi e inizia a cercare di capire la propria personalità, porsi delle domande, andare fuori dagli schemi e trovare il suo posto all'interno della comunità omosessuale della città. Jonathan ha spiegato che il creatore di videogiochi che interpreta deve capire se vuole mantenere un atteggiamento aperto nei confronti della sua sessualità, se vuole avere un fidanzato, o se considerare l'ipotesi di sposarsi in futuro. Negli episodi lo si vedrà quindi provare a dare una risposta ai suoi tanti dubbi e cercare una propria posizione all'interno del mondo. Patrick vuole disperatamente avere un compagno e non capisce perché questo non accada, visto che dalla sua prospettiva possiede tutto quello che si potrebbe desiderare: un appartamento, un lavoro, e una vita stabile.
“Lo show parla di un gruppo di uomini gay e mostra come la loro sessualità sia l'ultimo dei loro problemi. Le loro difficoltà sono più legate all'ambiente di lavoro, alle relazioni d'amore o all'amicizia. Si stanno trasferendo fuori città, o ci sono tanti altri problemi, si parla di molte altre cose oltre all'essere gay. Spero che sia un riflesso della situazione in cui ci troviamo, in cui essere omosessuale è una grande parte di quello che si è ma non ci definisce”.
“Personalmente credo in questo progetto più di ogni altra cosa a cui abbia lavorato in passato. Quindi sentire le persone esprimere opinioni negativi sulla serie è un po' difficile perché è come se il proprio figlio fosse fuori casa e affrontasse il mondo. Ma ho messo, in un certo senso, questi sentimenti da una parte e sto apprezzando il fatto che ci sia una discussione e che la serie coinvolga le persone e le faccia parlare”.
Fonte: HuffingtonPost