Locke & Key/The Sandman Universe: Joe Hill e Gabriel Rodriguez sul crossover in arrivo
L'universo di Locke & Key incontra quello di Sandman, fondamentale ispirazione fin da sempre per Joe Hill e Gabriel Rodriguez
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Rodriguez - Quando proponi delle idee che non credi veramente che vedranno mai la luce, ogni tanto diventi follemente irresponsabile. In pratica, abbiamo iniziato a parlare di una storia che avrebbe visto i protagonisti di Locke & Key andare all'inferno e, a un certo punto, Joe ha chiesto perché non potesse essere quello di Sandman. Abbiamo iniziato a intrecciare la nostra trama con ciò che viene mostrato in La stagione delle nebbie e, da lì in poi, nulla ha più potuto fermarci. Era troppo una figata per non gettarcisi a capofitto e tutto ha iniziato a svilupparsi da sé.
Hill - Attorno al 2012, abbiamo raccontato una storia intitolata Open the Moon, in cui i nostri eroi visitano l'aldilà. Abbiamo iniziato a pensare, dopo aver visitato i cieli, di andare anche all'inferno. E se la chiave che Lucifero ha consegnato a Morfeo fosse stata fatta con il ferro sussurrante di Locke & Key? Questa è l'idea da cui è partita tutta la storia.Mescolare i due universi avrebbe dovuto essere complesso, ma non è stato così e tutto è stato molto naturale. Credo che abbiano sempre aspettato di incontrarsi, in parte perché quando io e Gabe abbiamo iniziato a raccontare la storia, nel 2007, il nostro punto di riferimento era proprio il Sandman di Neil Gaiman, assieme allo Swamp Thing di Alan Moore e alle storie di Hellblazer. Il brodo primordiale creativo di Locke & Key è stata l'invasione britannica dei comics degli anni 90 che ha reso celebre la Vertigo.
Rodriguez, che ha debuttato come disegnatore nel 2002, non nasconde di aver sempre avuto quei riferimenti artistici, sin dall'inizio della carriera. Questo crossover è quindi per lui l'occasione di chiudere in qualche modo un cerchio e tornare alle origini della sua passione fumettistica. Il che ha aiutato con la realizzazione di personaggi e atmosfere.
Rodriguez - Il vero problema è l'ampiezza della prospettiva della storia, perché il modo in cui mostriamo il mondo in cui è ambientata è davvero complesso. Credo sia davvero il mio lavoro più faticoso in assoluto.
Hill - Credo che questo sia anche il suo miglior lavoro di sempre. Pagina dopo pagina, mi ha davvero spazzato via, portando il suo stile a un livello mai raggiunto. Il che non è poco, perché la roba che fa grandiosa fa tempo. Ma queste tavole tolgono davvero il fiato.
Un'impresa non da poco, dato che Rodriguez non realizza una storia lunga a fumetti da circa otto anni. Hell & Gone è legata a un'altra storia di Locke & Key, intitolata ...In Pale Battalions Go... Entrambe erano state progettate per occupare circa sessanta pagine di fumetto, ma in realtà ne è uscita una storia di centoquaranta. Un impegno non da poco per gli autori e una vera scorpacciata per i lettori.
Hill - Tornare a raccontare questo mondo narrativo non è stato difficile. Sono più a mio agio con queste storie che con ogni altra che abbia realizzato nella mia vita, perché è con me da un sacco di tempo e io e Gabe ci siamo creati insieme il nostro linguaggio di lavoro. La nostra è una collaborazione spettacolare, perché condividiamo molto delle sensibilità dell'altro. Gabe capisce le mie battute io le sue costruzioni visive.
Sappiamo come l'altro vuole raccontare, quindi la storia scorre. Quando ero ragazzino e volevo essere uno scrittore, ho sempre immaginato di raccontare serie con protagonisti tipo Sherlock Holmes o Philip Marlowe. Non avrei mai immaginato di avere una casa come protagonista principale. Ma va bene così.
Rodriguez - Sebbene sia stato molto stancante, per quanto è ambiziosa, finire le tavole di questa storia mi ha dimostrato che avevo tutti gli strumenti necessari, dopo tanta esperienza, per raccontarla nel modo giusto. Chiediamo solo ai lettori di avere ancora un po' di pazienza e di aspettare che le pagine siano terminate del tutto, non appena sarà possibile.
Vogliamo davvero fare le cose per bene, senza affrettare nulla e danneggiare la qualità di quel che stiamo creando, perché sappiamo che si tratta di un'occasione che capita una sola volta nella vita. Vogliamo dare il massimo e portare alla storia il rispetto che merita.
Dopo aver parlato della loro collaborazione strettissima e della loro intesa, che conferisce leggerezza sia alla realizzazione delle storie di Locke & Key che al risultato sulla pagina, Hill ha elogiato anche Chris Ryall, editor della storia e prezioso anticipatore di ciò che essa necessita. Fondamentale nel gestire l'espandersi del progetto, in termini di paginazione, rispetto alle previsioni.
Rodriguez - Come avremmo potuto non innamorarci di un universo narrativo come quello di Sandman? Neil Gaiman ha creato una storia fantastica, ma il modo in cui ha reinventato la narrazione di quel genere per il pubblico è ancora più impressionante. Un sacco di gente digiuna di fumetti ha Sandman come propria finestra di ingresso a questo mondo, perché l'opera era una sfida intellettuale ma anche una storia molto accogliente. Credo che sia parte della magia che Neil ha messo in quelle pagine, non solo dando vita a idee pazzesche, ma anche facendo sentire i lettori a loro agio nel suo mondo. Ha educato un'intera generazione di autori e artisti, assieme ai disegnatori che lo hanno accompagnato.
Il che, dire Rodriguez, impone di lavorare con un senso di responsabilità notevole, dato che Gaiman ha concesso loro, assieme alla DC Comics, di giocare con i personaggi e i concetti di Sandman.
Hill - Neil Gaiman è una persona molto generosa e dall'immaginazione illuminante. Abbiamo imparato come raccontare Locke & Key leggendo i suoi fumetti e lui è stato un maestro per me e Gabe, per quanto riguarda la comprensione di ciò che il formato del Fumetto ci permetteva di fare. Mi ricordo che Neil disse una cosa, quando Sandman era ancora in corso: che aveva capito di poter utilizzare il concetto di sogno per raccontare ogni genere di storia possibile. Un horror, un fantasy leggero, una commedia, un romanzo storico. L'idea del sogno è diventata lo strumento che lo conduceva ad ogni genere possibile.
All'inizio di Locke & Key, mi è venuta l'idea di lavorare allo stesso modo con le nostre chiavi. Puoi usarle come scusa per raccontare una storia di formazione, dell'orrore, di fantasy bizzarro. Ogni possibilità è aperta. Per noi sono ciò che i sogni sono stati per Sandman e il modo in cui Neil pensava al Fumetto è stato strumentale allo sviluppo del nostro. Da parte sua, è stato davvero gentile lasciare che ci immergessimo nel suo mondo.
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