Lisa dieci e lode, quando la morale individuale diventa etica sociale ne I Simpson

Quando Lisa prende dieci e lode perché preda delle paure del fallimento ha deciso di copiare, il suo percorso di purificazione pone domande altissime

Critico e giornalista cinematografico


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Lisa dieci e lode, quando la morale individuale diventa etica sociale

Questo articolo è parte della rubrica Tutto quello che so dalla vita l’ho imparato da I Simpson in cui ogni settimana rivediamo, raccontiamo e celebriamo i 50 episodi della serie che riteniamo più significativi.

Qui trovi la lista completa.

Lisa dieci e lode - I Simpson, decima stagione, episodio 7

MARGE: “Non dovresti guardare il canale didattico, hai bisogno di riposo”
LISA: “Ma non sto imparando quasi niente!”

ufficio nelson simpson

In America il governo centrale contribuisce al finanziamento della scuola pubblica per l’8%, il resto, quindi la quasi totalità dei fondi, è in mano ai singoli stati e ai singoli governi locali. Ogni cittadina, metropoli e poi ogni stato alloca risorse in maniere diverse e in entità diverse, risultando in grandissime disparità tra città anche delle medesime zone. È la costituzione di ogni stato infatti a determinare quale percentuale delle tasse sarà messa a frutto per finanziare la scuola pubblica. Spesso poi questo tipo di sovvenzioni sono soggette a determinati risultati degli studenti, così che le scuole siano stimolate ad insegnare bene.
Non sappiamo in quale stato stia la Springfield in cui vive la famiglia Simpson (non è il Missouri perché lo dice qui il sovrintendente Chalmers) ma come spesso viene raccontato la scuola elementare frequentata da Bart e Lisa è un luogo derelitto senza fondi e teatro di continue inefficienze, non ha strutture che non siano fatiscenti e non può permettersi nulla. Che succede quindi se una performance particolarmente brillante di uno studente alza la media dei risultati di tutto l’istituto facendolo accedere ad un bonus ingente, ma poi si scopre che quella performance così decisiva è stata ottenuta copiando?

scuola elementare simpson

Lo spunto è di fantasia ma, come spiegato dagli stessi autori della puntata (ci arriviamo a dire chi sono), non si tratta di qualcosa di impossibile. Anzi. Molto spesso gli istituti danno una spinta ai propri risultati o comunque fanno di tutto per dimostrare di poter accedere a fondi speciali e fasce di finanziamento migliori, specialmente in quelle cittadine o quegli stati in cui il finanziamento alle scuole è più basso. Le stesse istituzioni che dovrebbero insegnare verità e correttezza, non esitano a chiudere un occhio davanti a dei falsi che gli convengono. In una parola il sistema non funziona, cosa che è una manna per I Simpson e specialmente per Ian Maxtone-Graham, lo sceneggiatore arrivato nell’ottava stagione e in due anni catapultato ai vertici della struttura come co-produttore esecutivo oltre che sceneggiatore e che ha dedicato una buona parte dei suoi episodi a raccontare i problemi dell’America. Suo è Spazzatura tra i titani (in cui attacca il business della spazzatura e la demagogia elettorale), Bart infartato (in cui prende di mira la maniera in cui i bambini sono portati all’obesità), L’erba del vicino è sempre più verde (in cui attacca l’industria del tabacco) e Il racconto dello scorpione (in cui attacca l’industria dei medicinali).

amen simpson

La brillantezza dell’episodio come sempre è tale fin dalle primissime scene cioè da come la puntata sceglie di arrivare all’evento scatenante, il fatto che Lisa si è ammalata e non può andare a scuola. Quello è l’evento iniziale che scatena il resto, ma anche per arrivare ad esso sarà necessario un meraviglioso giro largo. Non sarebbe stato difficile far ammalare Lisa per un’influenza di stagione o per una giornata fredda. Ian Maxtone Graham invece parte dalla chiesa e da un sermone infinito in cui ad ogni “AAAA….” che sembra il preludio ad un Amen finale, tutti si alzano per poi rimanere delusi. È domenica e quando finalmente la messa è finita la famiglia si reca a pranzo in un supermarket che offre campioni gratuiti, così da mangiare senza pagare. Sarà l’insistenza di Homer nel cercare un particolare gelato a spingerlo ad inserire Lisa nel freezer per trovarlo, fino a che non prende così freddo da ammalarsi.

sale e acqua simpson

Ricapitolando: uscita dalla chiesa affamati -> arrivo nel supermarket dove mangiare gratis -> Homer vuole come sempre esagerare e andare al di là del consentito -> per prendere un gelato usa Lisa infilandola nel freezer fino a che non si ammala. E il punto di tutto questo è la gag per la quale alla fine Homer non è nemmeno soddisfatto del gelato preso. Lisa rimane sempre in secondo piano, soprattutto quando il padre trova al supermarket un’aragosta cucciola, e quindi poco costosa, che intende allevare per poterla mangiare. Homer e l’aragosta sembra a tutti gli effetti la trama principale. Così quando cominciamo a seguire la maniera in cui Lisa, preoccupatissima di saltare le lezioni, scopre invece i videogiochi e si appassiona ad una specie di finto Crash Bandicoot, abbiamo l’impressione di stare guardando qualcosa di più privato.

crash bandicoot simpson

Siamo andati avanti ma già fino a qui ci sono due cose da notare, la prima è la seconda apparizione nella storia della serie di Gavin, il bambino viziatissimo con madre ricca e annoiata, per la prima volta comparso nell’episodio Marge non essere orgogliosa, quando vuole comprare Tempesta d’ossa, qui attacca con ancora più forza la madre minacciando “Voglio andare a vivere con uno dei miei padri”. E poi, ancora prima, c’è una delle controversie più strane che siano capitate alla serie. Fuggiti dalla chiesa Bart lamenta di avere fame e di voler diventare cattolico per poter mangiare e bere vino a messa, per sentirsi rispondere da Marge: “Nessuno diventerà cattolico. Tre figli sono più che sufficienti, grazie!”. A seguito della messa in onda la Catholic League, un gruppo di lobby per la chiesa cattolica in America, scrisse alla Fox lamentando: “Perché questo dialogo sia stato incluso nella puntata?”. La risposta della Fox fu pedissequa, cioè spiegò per filo e per segno il senso della battuta (Bart è un bambino e per lui è di appeal mangiare e bere in chiesa, Marge è una fedele protestante e tiene alla propria fede per principi etici). L’inspiegabile risposta della Catholic League fu: “Chissà perché non ci abbiamo pensato?! Questo dimostra quanto la gang di Hollywood sia considerata e attenta”. Capita anche questo.

pizzicottina simpson

Come scritto prima Lisa viene conquistata dai videogiochi e da che era preoccupata di non imparare niente non fa che giocare tutto il giorno, fingendosi più malata di quanto non sia per prolungare la permanenza a casa, scatenando l’invidia di Bart (“Non le hai neanche sentito la fronte! Come ci si merita tanta credibilità?” - “Con 8 anni di scrupolosa sincerità” - “Non ne vale la pena”). È bastato un po’ di svago perché Lisa iniziasse a deviare dal suo percorso immacolato verso quello di Bart. Tutta questa puntata risponde alla domanda: cosa accade ad una come lei se comincia a comportarsi come Bart? Lo abbiamo detto spesso che le puntate di Lisa hanno sempre a che vedere con l’etica sociale e quelle di Bart con la morale personale. Stavolta Lisa è trattata come Bart. Almeno fino ad un certo punto.

manichino lattice Bart

Quel che accade infatti è che nonostante Ralph le porti il libro Il vento tra i salici (un classico per l’infanzia usato nelle scuole e scritto da Kenneth Grahame), lei non lo legge e quando torna in classe è totalmente impreparata per la verifica. Terrorizzata scappa in corridoio dove incontra Bart (che ha un manichino di sé, in lattice, che lo rimpiazza in classe). A lui confessa tutto chiedendo aiuto, e verrà così accompagnata nel bagno dei ragazzi, dove c’è l’ufficio di Nelson.
Il punto è che Lisa è tormentata da incubi di fallimento, sogna il rettore di Harvard che per quel compito andato male non la ammette, mandandola alla Brown (che poi è l’università di Ian Maxtone Graham) e, seconda battuta dopo la prima, Otto mentre prende il sole conferma che è un’ottima università, anche lui ci è andato e quasi diventava docente! Il fatto che poi il sogno sia disegnato come se ripreso con una lente deformante di Terry Gilliam è una raffinatezza del regista Mike Scully.

simpson deformati

Nelson nel suo ufficio ha un archivio con tutti i risultati di tutti i test (lasciando intuire che sono gli stessi da anni) ed è disposto a darli a Lisa che tuttavia è ferma nel suo rifiuto. Lei non copia. È un punto di vista sociale, perché lei crede nel merito e nel fatto che bisogna agire con correttezza, che diventa subito una questione di morale individuale. Di nuovo sarà il terrore del fallimento nella persona di Willy (“Brava! Una volta un bello zero beccato mi sono e la mia vita a gonfie vele va”) a spingerla ad accettare e copiare. Questo è il peccato principale e nonostante i Simpson non siano cattolici, lo stesso Lisa passerà il suo inferno come solitamente capita a Bart.

willy bagno simpsonIl suo è un contrappasso per analogia. Il compito non andrà male ma benissimo, troppo bene, prenderà A+++ per aver risposto a tutte le domande “Perfino quella che la fotocopiatrice ha tagliato!”. Ed è questa la sua pena, essere andata eccessivamente bene. Da questo momento la malefatta la perseguita. Il compito con il gran voto viene trovato da Marge e attaccato sul frigo in pompa magna. Lisa pensava di lasciarselo alle spalle in fretta ma ovunque va gli viene ricordato cosa a ha fatto nella forma della lode. È il metodo standard con il quale in I Simpson le questioni dei bambini e i sentimenti che faticano a capire sono tirati fuori dalla loro testa per diventare eventi reali. Lisa sente una forma di senso di colpa e questo diventa le lodi dell’insegnante, l‘orgoglio della madre, la stima di tutti e infine un bonus per la scuola!

tabellone simpson

Come annunciato inizialmente tutto questo è un modo per mostrare come la scuola di fronte a dei soldi ottenuti malamente non esiti a chiudere un occhio. Skinner convoca Lisa per congratularsi con lei e spiegarle che riceveranno una sovvenzione perché grazie al suo compito senza precedenti “abbiamo raggiunto il minimo standard!”. La sovvenzione è “il più grande onore che la scuola abbia mai ricevuto. Ed è grazie a te alla tua dedizione alla cultura...”. Sono pressioni su pressioni su pressioni che la fanno esplodere, confessa di aver copiato e scopre che Skinner non intende divulgare il fatto, anzi la convince a non dire nulla perché ha già speso tutti i soldi per un tabellone segnapunti nuovo (che metaforicamente usa per zittirla). Il sovrintendente Chalmers non la pensa diversamente, e la porta in un tour dei disastri della scuola tra cui le tavole periodiche sponsorizzate, un sacco nell’area giochi sostituito da un blocco di cemento e un Coleco, unico computer primitivo che si possano permettere (ovviamente venduto dal grandissimo Gil “il lupo cattivo è lì lì per papparselo!”). Tutto viene messo in mano a Lisa. Se lei confessa non potranno migliorare.

cemento simpson

È qui che il tormento morale diventa una questione di etica, cioè che una puntata che pare una di Bart diventa una da Lisa, nel passaggio da questione individuale a sociale. Cosa fare? Perché la scuola addossa ad una bambina i propri dilemmi? È più giusto confessare il giusto per fare il male degli altri o barare per ottenere uno status migliore per la comunità?
Intanto la seconda trama della puntata, quella di Homer e la sua aragosta spinge sul grottesco. Homer si affeziona all’animale che tratta meglio dei figli: lo vizia, lo porta al mare, gli dà da mangiare i risotti e nonostante sia molto ingrassato non riesce a separarsene scatenando fastidi e invidie di Marge. Il piatto della bilancia di Lisa pesa sul serio, quello di Homer sul giocoso e così la puntata trova il suo equilibrio, proprio come Homer quando dosa sale e acqua per far stare pesci d’acqua dolce e aragosta d’acqua salata nel medesimo acquario.

otto simpson adkins

I nodi arriveranno al pettine quando la scuola riceverà il grande assegno in una cerimonia ufficiale tenuta da “una figura leggendaria dell’esborso didattico”, cioè l’ispettore dello stato Adkins. Davanti a lui e a tutta la scuola riunita Lisa confessa tutto (lei, la stessa che davanti alla città non riuscì a dire che Jebediah Springfield è in realtà un pirata assassino). Motiverà la sua scelta ovviamente con un principio, cioè che “Il fine dell’educazione è la ricerca della verità”, alchè preoccupatissimo per la confessione che sta per arrivare Skinner la corregge: “No! Non lo è! Non ascoltatela!”.
La confessione sarà applaudita e Lisa portata in trionfo fuori dall’auditorium. Dopodichè Bart lo chiude da dentro e si scopre che era tutta una farsa. Tutti sono d’accordo per prendersi i soldi e prevedendo l’atteggiamento di Lisa hanno inscenato una finta consegna con Otto travestito da controllore. Adesso che lei se n’è andata può avvenire la vera consegna, con un manichino di Lisa in fondo alla sala operato da Bart.

manichino lisa simpson

È una soluzione geniale che viene (dichiaratamente) dal finale di La stangata di George Roy Hill, e che dimostra il punto dell’episodio: la sfiducia nelle istituzioni come strumento per il miglioramento dell’individuo e della società. “Quest’assegno garantisce una lampadina in ogni classe e una tv ad alta definizione nella sala professori!” dirà Skinner trionfante nel ritirarlo per poi aggiungere “Conosco un’enoteca dove cambierebbero quest’assegno all’istante!” tra le grida di gioia.
La chiusura sarà affidata a Homer che avendo lasciato per errore la sua aragosta in un bagno caldo ha finito per cucinarla e, piangendo la sua scomparsa, se la mangia: “La mia cara dolce pizzicotta… non soffrirai più dove ti trovi adesso…. Pizzi pizzi ah! È squisita, quanto vorrei che pizzicotta fosse qui per godersela!”.

assegno simpson adkins

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