L'incredibile storia vera del Signore delle mosche diventerà un film
L'incredibile storia vera del Signore delle mosche diventerà un film: New Regency ha opzionato la vicenda di sei ragazzini rimasti su un'isola nel 1965
Tutto nasce da un articolo pubblicato dal Guardian a inizio maggio: si trattava dell'anteprima del nuovo libro dello storico e romanziere Rutger Bregman, intitolato Humankind. Il libro racconta la vera storia di come nel 1965 sei giovani studenti di un collegio delle Tonga, annoiati, decisero di rubare un peschereccio e imbarcarsi in un'avventura. Una tempesta distrusse l'imbarcazione e dopo otto giorni i ragazzi naufragarono su un'isola remota e disabitata. Insieme superarono tantissime avversità, soprattutto grazie al lavoro di squadra, l'ingenuità e la determinazione, e al contrario del romanzo di William Golding la loro vicenda enfatizza valori di solidarietà, lealtà e amicizia. Mangiando pesce, noci di cocco e uccelli, sopravvissero sull'isola per 15 mesi, per poi essere soccorsi da un marinaio australiano che vide dei fuochi sull'isola.
Il resoconto di Bregman parte dal marinaio australiano (che a sua volta ha una storia personale molto particolare), che ha mantenuto un rapporto di amicizia con i naufraghi.Nelle ultime ore l'autore ha svelato alcuni dettagli sulla decisione di realizzare un film:
Notizia! La vera storia del Signore delle mosche diventerà un film! Le ultime due settimane sono state assurde. Un mucchio di studios di Hollywood improvvisamente hanno voluto i diritti della storia di Sione, Luke, Mano, Tevita, Fatai e Kolo, gli adolescenti delle Tonga che sono sopravvissuti per 15 mesi su un'isola disabitata nel 1965-1966.
Ho intervistato Mano, Sione e Peter Warner (il capitano che li salvò) per il mio nuovo libro Humankind. Due settimane fa, il Guardian ha pubblicato un estratto, e il pezzo è diventato virale (mi dicono 8 milioni di visualizzazioni ad oggi).Molti studios mi hanno contattato per chiedermi di vendere loro i diritti della storia, ma non è la mia storia ovviamente. Le persone nelle Tonga la raccontano ai loro figli da generazioni.
Problema: non avevo i contatti di Luke, Tevita, Fatai e Kolo. Fortunatamente, con l'aiuto delle loro splendide famiglie, siamo riusciti a contattarli tutti nel giro di un paio di giorni.
Sione e Luke in California, Mano e Peter in Australia e Tevita in Nuova Zelanda. Stephen e Kolo purtroppo non sono più con noi.
Siamo d'accordo di collaborare insieme e condividere tutto (io donerò la mia porzione in beneficenza alle Tonga). Abbiamo valutato tutte le proposte e abbiamo deciso insieme, in maniera unanime.
Questo è successo durante una riunione Zoom in quattro fusi orari diversi che è iniziata con un breve discorso di Peter, 89 anni, che ha enfatizzato quanto questa sia una delle decisioni più importanti della nostra vita.
È finita con una preghiera delle Tonga recitata da Sione che, nel 1965, promise a dio che sarebbe diventato un Pastore se fosse sopravvissuto, e che ha mantenuto la promessa. Non dimenticherò mai quel momento.
E così eccoci qui. Finalmente, dopo 50 anni, i sopravvissuti si sono reincontrati e il mondo sentirà la loro storia. La New Regency ci ha promesso che farà di tutto per rispettare l'autenticità culturale e lavorerà il più possibile con troupe locali.
Sione, Luke, Mano, Tevita e Peter verranno coinvolti come consulenti, e la New Regency assumerà altri consulenti delle Tonga.
Sono grato e onorato di aver avuto un ruolo in tutto questo. Pensiamo che la New Regency - autori di 12 anni schiavo e Revenant - possano fare un film indimenticabile. E non vediamo l'ora di incontrarci sul red carpet!
I’m so grateful and honoured that I could have played a role in all of this. We think New Regency - makers of TWELVE YEARS A SLAVE and THE REVENANT - can make this into an unforgettable movie.
— Rutger Bregman (@rcbregman) May 22, 2020
And we all look forward to the day we meet on the red carpet! /[the-end] pic.twitter.com/Bs1tuqBahE
Ed ecco l'isola dove rimasero i ragazzi:
Then, on the eight day: land! The island of 'Ata: a hulking mass of rock, jutting up more a thousand feet out of the ocean. pic.twitter.com/FYzbjwxKeX
— Rutger Bregman (@rcbregman) May 10, 2020