Licenziamenti di massa a Hollywood: Disney lascerà a casa 32000 persone

Il 2020 sarà l'anno nero dei licenziamenti a Hollywood, solo in parte dovuti al Coronavirus: Disney sarà la capolista anche nel 2021

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Se il 2019 è stato l'anno d'oro di Hollywood, il 2020 verrà ricordato come uno degli anni più bui in assoluto (non solo per questo settore, ovviamente): la combinazione tra riorganizzazioni delle media company (dovute solo in parte alla pandemia) e la profonda crisi del settore (dovuta alla chiusura di cinema, parchi e limitazioni varie) stanno infatti portando a licenziamenti di massa.

Variety fa il punto sulla situazione, spiegando che al momento praticamente tutte le major cinematografiche e alcuni canali televisivi hanno lasciato a casa impiegati di ogni livello, dagli ultimi arrivati a dirigenti con decenni di esperienza alle spalle. La riorganizzazione di NBCUniversal e Warner Bros., volte a ottimizzare maggiormente i canali produttivi e distributivi dopo il lancio delle piattaforme streaming proprietarie, hanno comportato il licenziamento di alcune migliaia di persone. ViacomCBS, da dicembre 2019 a oggi, ha già tirato la cinghia diverse volte, mentre AMC Networks, Discovery, Sony Pictures e Lionsgate hanno annunciato di aver effettuato tagli di personale. Per non parlare del fallimento del lancio di Quibi, che ha chiuso i battenti dopo solo sei mesi, lasciando a casa moltissime persone.

Alcuni analisti citati dal sito parlano di riogranizzazioni e tagli dolorosi ma necessari, e forse giunti fin troppo tardi. Spiega Michael Nathanson di MoffettNathanson: "Da tempo preannunciavamo che gli studios avrebbero dovuto ripensare ai loro modelli di business, ora lo stanno facendo. Queste compagnie avrebbero dovuto pianificare questo cambio di paradigmi ben prima." I licenziamenti sono anche il prodotto delle varie fusioni e acquisizioni di questi anni: per fare un esempio, la proprietà della Warner Bros. è passata da AOL Time Warner al gigante della telefonia AT&T. Si tratta di operazioni molto complesse che creano ridondanze, e per funzionare a livello finanziario devono prevedere per forza delle riorganizzazioni. Il passaggio allo streaming, poi, rende più necessarie figure come analisti dei dati, rendendo obsoleti esperti di distribuzione cinematografica.

La Disney è un caso a parte: è una delle uniche major a non dipendere da una controllante. È anche una delle prime ad aver lanciato la propria piattaforma streaming (peraltro, prima della pandemia), e quindi ad aver avviato quel processo di riorganizzazione di cui parlavamo. Tuttavia, mercoledì ha aggiornato le proiezioni fatte a settembre, annunciando che nella prima metà del 2021 licenzierà la bellezza di 32000 impiegati, confermando di aver messo finora in congedo non retribuito 37000 persone. Si tratta di una mossa inevitabile, vista la chiusura prolungata dei parchi a tema nelle aree più colpite dalla pandemia e dalle relative limitazioni: la maggior parte dei licenziamenti infatti avverrà in quel settore, il più remunerativo per la compagnia. Ma il 5 novembre sono state mandate via anche 50 persone da Searchlight Studios e 500 persone da ESPN.

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