"L'home video sparirà"?
Lo ha detto Riccardo Tozzi, importante produttore italiano, suscitando le proteste di Davide Rossi, presidente di Univideo. Ma Tozzi rischia seriamente di avere ragione...
Fonte: Badtaste.it
“Anche se le sale cinematografiche hanno ripreso un peso importante, l'home video sparirà e sarà sostituito dallo scarico dei filmati da internet. La pirateria resta un problema determinante: i cosiddetti pirati sono clienti non serviti; è necessario da una parte organizzare un'offerta legale di qualità e a prezzi ragionevoli, come si è fatto con la musica con i brani scaricati a 0,90 euro, e dall'altra reprimere l'illegalità”.
La risposta di Davide Rossi, presidente Univideo (e noto agli internauti per essere stato beccato con le mani in pasta mentre scriveva leggi per la Carlucci) non si è fatta attendere, come riporta Best Movie.
L’home video certo è un mercato che vive una fase difficile, ma se si riuscisse prima di tutto ad arginare il fenomeno della pirateria e a trovare delle contromisure efficaci, come quella della window, esso ritornerebbe ad avere grande appeal verso il pubblico. Ricordo che affermazioni di questo tipo vennero fatte anche nel 2002 quando il Dvd non era ancora partito. La storia ci insegna che la fasi di transizione tra un supporto e un altro creano delle difficoltà. Certo, Internet ci mette in difficoltà perché è illegale, se fosse invece un competitor legale, se lo scenario fosse di assoluta legalità non avremmo nulla da temere. Siamo assolutamente competitivi lo siamo stati per anni nei confronti della pay-Tv.
Da dove iniziare? Ci si chiede intanto come si dovrebbe "arginare il fenomeno della pirateria". Visto l'impegno di Rossi a scrivere leggi (spacciate come antipedofilia) per la Carlucci, si dovrebbe pensare soltanto alla strada giudiziaria. Peccato che sia impercorribile e soltanto una perdita di tempo, qualsiasi punto di vista 'morale' si abbia sulla questione. Ma dove sembra evidente il non voler comprendere che il mondo si evolve è nella questione Internet-competitor legale. Come spesso avviene si ribalta il punto di vista, ritenendo che la pirateria nasca più da un'offerta gratuita che da una mancanza di business legale fatto bene. E confrontare la potenza capillare di Internet con le pay-tv francamente non è molto serio.
Ci si chiede poi cosa significhi "ricordo che affermazioni di questo tipo vennero fatte anche nel 2002 quando il Dvd non era ancora partito". Intanto, anche a non voler considerare il 2002 come un anno in cui il dvd era nelle case di tutti gli italiani, difficile pensare che il fenomeno "non fosse partito". Comunque sia, il vero problema è nel significato della frase, che non ha molto senso. Se Rossi vuole dirci che l'home video gode di ottima salute in Italia, nonostante tanti scettici, benissimo, ma allora di cosa si lamenta e per quale motivo fa campagne lobbistiche per ottenere leggi antipirateria? Se invece, come dimostrano chiaramente le tante chiusure di videoteche, il settore è in crisi, allora parlare di "sparizione dell'home video" come fa Tozzi non è certo un'eresia.
E questo non perché la gente non voglia più vedere film a casa, ma perché il modello con cui questo viene proposto legalmente ormai non funziona più. Vedremo quanti anni ci vorranno ancora per accorgersene...
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