Leone d'Oro ancora ad Ang Lee

Ang Lee vince il Leone d'Oro per Lust Caution, due anni dopo la vittoria per Brokeback Mountain. Sorprese al Lido, come il Leone alla regia a Brian de Palma - USA in prima fila in questa edizione del Festival di Venezia...

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Fonte: Reuters

Il Festival di Venezia non si smente, e tra sorprese e polemiche fa parlare di sè anche quest'anno. Sicuramente stupisce questa edizione incredibilmente hollywoodiana: basta vedere i Leoni d'Oro, andati in gran parte a produzioni di Hollywood o che hanno a che fare, chi più chi meno, con Hollywood - a partire dal Leone alla Carriera a Tim Burton.

Ang Lee si conferma ancora una volta il regista più amato dalla giuria, e due anni dopo la sua clamorosa vittoria con Brockeback Mountain - il western gay che tante polemiche suscitò - vince a sorpresa il Leone d'Oro come Miglior Film per il suo Lust, Caution. Il film, che ha fatto parlare di sè per le scene di sesso molto esplicite, è stato apprezzato dalla giuria del Lido, che negli ultimi 15 anni ha rivolto la propria attenzione sempre più a registi orientali (Lee è di Taiwan) - d'altronde il capo giuria era nientemeno che il cinese Zhang Yimou.

Leone d'Argento come miglior regista a un grande di Hollywood, Brian De Palma, per il suo film-denuncia (che ha creato scandalo per la crudezza delle immagini) Redacted, dedicato alle violenze in Iraq.

Altra sorpresa è la vittoria di Brad Pitt della Coppa Volpi per la miglior inerpretazione maschile in The Assassination of Jesse James. La vittoria della superstar è stata accolta con qualche malumore; Cate Blanchett invece ha vinto il premio come miglior interprete femminile nei panni di Bob Dylan (!) in I'm not There (tradotto oscenamente in italiano "Io non sono qui").

Premio speciale ex aequo a "La Graine et le Mulet" del franco-tunisino Abdellatif Kechike (dato da molti il favorito per il Leone d'Oro) e a "I'm not There" di Todd Haynes; a Bernardo Bertolucci è stato consegnato il Leone d'Oro per il 75°.

Il premio Mastroianni di attore emergente è andato alla giovanissima Hafsia Herzi, interprete di "La Graine et le Mulet". Osella d'Oro per la migliore fotografia al brasiliano Rodrigo Prieto per "Lust, Caution", per la miglior sceneggiatura invece a Paul Laverty, per il film "In questo mondo libero..." di Ken Loach.

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