L'Alba del Pianeta delle Scimmie: Andy Serkis parla della recitazione in performance capture

Andy Serkis parla delle diffidenze che, a distanza di dieci anni dal Signore degli Anelli, esistono ancora nei riguardi della recitazione in performance capture...

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Sulle pagine di BadTaste, parlando di Andy Serkis, utilizziamo molto spesso un termine come "guru" per via dell'esperienza posseduta dall'attore inglese in materia di recitazione in performance capture.

Con film come Il Signore degli Anelli, King Kong e Le Avventure di Tintin all'attivo, il talentuoso Serkis è una vera e propria istituzione; l'ultima prova, in ordine di tempo, è quella dell'Alba del Pianeta delle Scimmie, in cui interpreta la scimmia Cesare, il primate responsabile dell'evoluzione dei quadrumani. Ciò nonostante, la sua indiscutibile bravura, stenta ancora a ricevere i dovuti apprezzamenti da parte di tutti quelli che tendono a ritenere la performance capture come "recitazione di serie b".

Qualche giorno fa, il suo partner artistico James Franco, ha scritto un accorato appello a supporto della candidatura di Serkis all'Oscar come Miglior Attore Non-Protagonista. A suo modo di vedere, l'elevato livello emozionale raggiunto nelle scene fra il suo personaggio, Will Rodman, e Cesare, potevano essere raggiunte solo con la presenza fisica sul set dell'attore che interpretava la scimmia. L'interazione non sarebbe stata altrettanto intensa se avesse dovuto recitare con una palla da tennis davanti ai suoi occhi.

Tutta la questione è stata poi ribadita durante una "chiacchierata", moderata da un giornalista del sito HitFix, in cui Andy Serkis, il regista Rupert Wyatt e i supervisor degli effetti sonori Chuck Michael e John Larsen hanno parlato del loro lavoro nell'Alba del Pianeta delle Scimmie. Il tutto a margine delle iniziative organizzate dalla 20Th Century Fox a sostegno della candidatura agli Oscar del performer.

Serkis commenta così le parole del collega:

E' stato incredibilmente eloquente. E' stato molto audace. E' stata una delle rare occasioni in cui ho potuto avvertire che c'era davvero il supporto, la comprensione, anche articolata, di tutto il lavoro che c'è dietro e che nasce dall'esperienza del lavorare insieme; ha potuto toccare con mano tutto questo. Qualcuno mi ha parlato della questione e sono rimasto davvero sconvolto dal fatto che pensasse che c'era la necessità fisica d'interagire con un altro attore per cercare d'incrementare la comprensione e l'educazione su quello che la performance capture è in realtà (...) Non c'è dubbio sul fatto che le cose siano profondamente cambiate, specie grazie ad Avatar; voglio dire, 12, 11, 10 anni fa non era neanche considerata recitazione. Era una stramba attività che si svolgeva in qualche teatro di posa marginale. C'è ancora un certo livello di paura e una certa, non la definirei propriamente ignoranza, quanto, piuttosto mancanza di consapevolezza sui meriti del proprietario della performance. Il problema sta qui. Tu sai quanto viene portato dall'attore, quello che gli appariente, quello che porta, e quanto invece viene fatto dal team degli effetti speciali. James ha spiegato molto bene tutto ciò. Ora che la tecnologia per la performance capture si è evoluta, possiamo recitare insieme sul set; possiamo fare tutto allo stesso tempo con gli altri attori. Al tempo del Signore degli Anelli già lavoravo sul set in cui erano presenti i miei colleghi, ma poi dovevo andarmene e rifare le riprese con la performance capture in separata sede, mentre per L'Alba del Pianeta delle Scimmie facevo tutto insieme a James. Non c'è una disconnessione e tutto è più facile da capire. La performance capture è sempre stata vista come una tecnologia piuttosto che come recitazione.

HitFix ha poi pubblicato un video, che trovate qua sotto, in cui la stessa scena viene mostrata senza e con l'aggiunta della post-produzione. Le parole di Sekis e di Franco trovano un totale riscontro nella clip:

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