La stanza: il trailer del film di Stefano Lodovichi da oggi su Prime Video

Esce oggi su Prime Video il thriller La Stanza, diretto da Stefano Lodovichi, con Guido Caprino e Camilla Filippi: ecco il trailer

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Esce oggi in esclusiva su Amazon Prime Video La Stanza, il film prodotto da Lucky Red scritto e diretto da Stefano Lodovichi (Il Processo, Il cacciatore, In fondo al bosco) con protagonisti Guido Caprino, Camilla Filippi e la partecipazione straordinaria di Edoardo Pesce.

Per l'occasione, Prime Video ha diffuso il trailer del film, che potete vedere qui sopra.

LA STANZA: LA TRAMA

Un thriller psicologico che va a scandagliare l'animo e i segreti di tre personaggi: Giulio (Guido Caprino), Stella (Camilla Filippi) e Sandro (Edoardo Pesce).

Una storia tesa e affilata come una lama in cui la posta in gioco non potrebbe essere più alta.

La mattina in cui Stella decide di togliersi la vita, alla sua porta bussa uno sconosciuto che sembra conoscerla fin troppo bene. Quando poi in casa arriva anche Sandro, l'uomo che ha spezzato il cuore di Stella, una situazione già complicata si trasforma rapidamente in caos: Giulio, lo sconosciuto, sembra intenzionato a portare alla luce tutti i segreti della casa.

Chi è Giulio? Cosa nascondono Stella e Sandro?

Il regista, nel pressbook del film, ha anche spiegato le difficoltà di lavorare al film l'anno scorso. Il concept è infatti nato proprio durante la quarantena:

Questa storia nasce tanti anni fa e, come Dracula, ha veramente attraversato gli oceani del tempo, passando da una produzione all’altra per differenti motivi, fino a quando non è arrivata in Lucky Red che ha saputo andare oltre le difficoltà del momento storico, scommettendo su un film tanto anomalo. Un progetto di genere ma con una necessità intimista spiccata... che è un po’ la mia cifra di raccontare storie, cioè quella di parlare a più persone possibile in contesti di genere, condividendo emozioni universali in avventure uniche.

Il film nasce da un progetto documentario sugli Hikkikomori (i ragazzi che si chiudono in casa e si escludono dalla vita) che si intitolava “Chiusi in casa”. La Stanza ha oggi poco in comune con quello che era, come capita spesso per le storie che si realizzano. Ma il piccolo seme che sta all’origine è proprio quello e nasce appunto in una piccola camera chiusa a chiave. Quella che diventerà poi la stanza del film e che gli dà il titolo.

È curioso pensare come proprio questo progetto abbia preso vita durante la quarantena del 2020. Non credo alla fortuna o alla sorte ma alcuni segni sono inspiegabili e forse sono indice di come alle volte la vita segua un percorso molto strano. Lo abbiamo sviluppato in call su Zoom (come tanti progetti ormai) e poi, appena possibile, abbiamo corso come pazzi per costruire il set nei teatri di posa di Videa.

Il film è stato girato in 17 giorni e montato in un mese (anche perché in contemporanea stava iniziando la preparazione di Christian - serie original Sky e Lucky Red che sto dirigendo in questi mesi e della quale sono anche showrunner). Gli addetti sanno quanto questi tempi siano fuori dalla norma, dagli standard cinematografici, ma in questo caso eravamo tutti consapevoli e consci di come questo progetto non potesse essere fatto in altri modi. Perché è sempre stato un progetto piccolo, pensato per essere intimo e famigliare.

Questi 17 giorni sono stati intensi come la scalata di una montagna, con tappe sempre più ardue fino all’arrivo alla vetta. Abbiamo girato seguendo un criterio il più possibile in sequenza (criterio che ti porta a seguire l’ordine reale della narrazione della storia), dando priorità a quelle che reputavamo le scene principali per intensità - penso ai pianosequenza di oltre dieci minuti con Stella e Sandro legati a tavola - e per complessità di messa in scena, come quelle action o con la presenza dei vfx o degli special fx (Dalia Colli ha seguito il make up e gli effetti speciali). Scene come queste (penso in particolare a quella della tortura) hanno messo a dura prova la tempra dei tre interpreti, portando spesso la temperatura emotiva del set a un livello di calore tanto elevato quanto utile ai fini del risultato.

Ognuno dei tre interpreti ha dato tantissimo. Con Camilla Filippi avevamo già lavorato in precedenza e, conoscendo molto bene la sua duttilità e attenzione alla scrittura, sapevo che non avrei potuto affidare un ruolo tanto complesso e “instabile” se non a un’interprete che come lei avrebbe dato tutto pur di affrontare con attenzione e coraggio un ruolo così caro alla mia intimità autoriale. Anche Edoardo Pesce, che interpreta il ruolo di Sandro, è un grandissimo talento. Con lui avevamo già lavorato su Il Cacciatore e oggi che è protagonista di Christian, non posso che sottolineare ancora di più quanto non soltanto sia un attore d’istinto ma anche di grandissima intelligenza, attenzione di analisi e rapidità di riadattamento e personalizzazione. Infine Guido Caprino è Giulio. Non avevamo mai lavorato assieme ma Guido è stato una scoperta incredibile. È un attore unico nel suo genere, meticoloso fino al maniacale, attento e in continua ricerca. E la sua proposta di Giulio è andata oltre l’idea che mi ero fatto del personaggio che avevo scritto prima con Filippo Gili e poi con Francesco Agostini. Ha sconfinato oltre un disegno preciso divenendo, piano piano, un’entità indefinita e mostruosa intimamente fusa con le esigenze originarie dello script.

Spesso, durante le riprese, gli parlavo di Giulio come di Legione, il personaggio indemoniato che si presenta a Gesù nel nuovo testamento: «Gli diceva infatti [Gesù]: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!». E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione» gli rispose, «perché siamo in molti». Questo è il nostro Giulio, figlio mio e di Guido: un Bacon, ritratto informe dalle molteplici identità, riflesso futuro e spezzato delle azioni del presente di Stella e Sandro... so che sembra tutto assurdo ma guardate il film e capirete.

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