La morte corre sul fiume, la Universal mette in cantiere un nuovo film

Variety annuncia che la Universal Pictures ha messo in cantiere un nuovo film tratto da La morte corre sul fiume, il romanzo di Davis Grubb approdato al cinema nel 1955

Redattore per badtaste.


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Variety annuncia che la Universal Pictures ha messo in cantiere un nuovo film tratto da La morte corre sul fiume, il romanzo di Davis Grubb approdato al cinema nel 1955 per la regia di Charles Laughton.

Matt Orton (Operation Finale) si occuperà della sceneggiatura del nuovo adattamento cinematografico descritto come una rivisitazione in chiave contemporanea del thriller originale.

Per il momento non sono disponibili ulteriori dettagli, ma il progetto sarà prodotto da Amy Pascal attraverso la sua Pascal Pictures. Al momento non è stata fissata una nuova data d'uscita, ma il giornale sostiene che lo studio - approfittando della sospensione di numerosi progetti a causa dell'emergenza Coronavirus - sta prendendo in considerazione lo sfruttamento di molte proprietà intellettuali.

Questa la sinossi del romanzo:

Anche in assenza di precise notizie, non è difficile immaginare che nella sua carriera di pubblicitario Davis Grubb mai aveva lanciato un prodotto con un accorgimento efficace come quello con cui nel 1953, al suo esordio, presentò Harry Powell alias II Pastore, cioè lo psicopatico più seducente e abominevole che si ricordi: quattro lettere tatuate sulle dita della mano sinistra ("Hate") e quattro su quelle della destra ("Love"). Il resto - e si intende la costruzione di un gotico tutto americano, dove le luci dell'espressionismo proiettano lunghe ombre sul paesaggio spettrale del Midwest - lo ha fatto il film diretto l'anno dopo da Charles Laughton e interpretato da Robert Mitchum: ogni scena sembra girata per imprimersi, come in effetti è avvenuto, nella memoria. Tanto più sorprendente sarà allora tornare al testo d'origine: la storia è qualcosa di più, se possibile, dei fatti che la compongono (e che ruotano intorno a un bottino di cui solo i ragazzini nelle mani del Pastore conoscono il nascondiglio), è un'omelia nera, una lunga e cupa ballata atroce almeno quanto le filastrocche infantili che di tanto in tanto la interrompono, risuonando nel vuoto.

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