La lotta insensata contro il cinema sul treno

NTV annuncia di voler proporre film in contemporanea con l'uscita in sala su Italo Treno, e parte subito la rivolta degli esercenti...

Critico e giornalista cinematografico


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Premessa: Italo Treno, il nuovo operatore della rete ferroviaria italiana, ha introdotto fin dal suo esordio l’opzione Cinema, cioè la possibilità, in fase di prenotazione del biglietto, di scegliere il posto a sedere in una carrozza riservata a chi voglia guardare un film come al cinema. E’ il risultato di un accordo e il posto nella carrozza cinema, com’è logico che sia, costa un po’ di più.

Circa quattro giorni fa NTV, la società di Italo, ha annunciato che dall’8 Novembre, in virtù di un accordo con Medusa, avrebbe cominciato a proiettare Venuto al mondo (di Sergio Castellitto con Penelope Cruz e Emile Hirsch), il primo di tre film che saranno mandati in contemporanea con le sale.

Come era prevedibile la cosa ha costituito subito un caso (in Italia, per chi non lo sapesse, i film non possono mai essere proiettati da altre parti che non siano le sale autorizzate mentre la programmazione è in corso) e come capitò diversi anni fa per The Interpreter (film che l’operatore di telefonia 3 voleva offrire sui suoi telefoni mentre ancora era in sala ma che fu costretto a ritirare all’ultimo per le proteste degli esercenti) anche adesso le associazioni di categoria si sono fatte sentire.

Ogni anno che passa però le proteste in questione suonano più velleitarie e insensate.

Quello che NTV (e ovviamente non è il solo) dimostra di aver capito è che le finestre, ovvero lo spazio che intercorre tra uno sfruttamento (ad esempio la sala) e un altro (ad esempio l’home video o ancora dopo la televisione) di fatto non esistono. Perchè nel momento in cui i film in questione, mentre sono ancora in sala, possono essere reperiti facilmente, in buona qualità e anche doppiati in italiano, sebbene illegalmente, allora la finestra non esiste.

Quello che invece Anec, Fice e Acec (le associazioni in questione) dimostrano di non aver capito (e ovviamente non sono le sole) è che le finestre devono crollare anche ufficialmente oltre che non ufficialmente perchè il business possa rimanere intatto. Insomma che è necessario che tutto cambi perchè nulla cambi.

Dice bene Riccardo Tozzi, presidente Anica, quando ricorda che il sistema delle finestre non può essere smantellato da un giorno all’altro, perchè al momento costituisce una catena di sfruttamento che massimizza gli introiti (non facendo sovrapporre media diversi) e genera finanziamento (perchè le televisioni ricevono beneficio dai film e quindi contribuiscono alla loro produzione), dunque regge il cinema in sè. Eppure lo stesso Tozzi riconosce che va tutto ripensato e, tutelando le varie parti in causa, occorre riconoscere la presenza di un nuovo operatore, internet, e la necessità di una contemporaneità.

L’iniziativa NTV, come si capisce, è molto piccola e poco influente. Nessuno prenderà un treno per vedere un film lì invece che in sala e i posti nella carrozza cinema sono decisamente pochi.
Utilizzare termini come “fonte di grave turbativa del mercato”, sbandierare “il principio della centralità della sala cinematografica” e paventare “ricadute anche in termini di pirateria” che hanno poco senso (reminder: fino a prova contraria i film li piratano nelle sale non sui treni), serve a molto poco e suona molto ridicolo. Soprattutto perchè il sistema cinema non ne risente, quello di NTV è un accordo commerciale e le case di produzione hanno la loro fetta, come dalle sale, che però cercano di vendere come un problema di tutti quello che percepiscono come un loro problema.

La questione è un’altra ed ermege nella chiusa del comunicato stampa in questione:

Non si vede, in altre parole, perché la diffusione del film in treno, come in Internet o in video on demand, non debba osservare il consueto intervallo temporale rispetto alla prima visione cinematografica.

Internet non era coinvolto in questa questione, ma è stato tirato fuori lo stesso. La paura è che rotta una volta la finestra, non ci siano più regole e il demonio della rete si impadronisca di tutto, cosa che comunque accadrà come è accaduto negli ultimi 10 anni per qualsiasi protezionismo. L’unico rimedio è cavalcare, aiutare e in questo modo poter controllare la rivoluzione (come ha fatto Apple, ad esempio) e non lottare per ritardarla. Ripensare se stessi sarebbe un bene anche per le sale.

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