La Giornata della Memoria: l'omaggio di Silvia Ziche

La grande artista Disney Silvia Ziche ha dedicato la vignetta di oggi del suo blog al Giorno della Memoria, per non dimenticare

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, giunsero nelle vicinanze della città polacca di Oświęcim, in tedesco Auschwitz. Il mondo per la prima volta veniva a conoscenza di uno dei crimini di guerra più infamanti di tutta la storia dell'umanità. Davanti alle truppe sovietiche si spalancava l'Inferno sulla Terra.

Quella data, dal 2005, secondo risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sancisce Il Giorno della Memoria come ricorrenza internazionale in ricordo delle vittime dell'Olocausto. Per non dimenticare.

Silvia Ziche, una delle nostre autrici più divertenti, ironiche e talentuose, che tutti i fan Disney conosco molto bene, ha dedicato oggi la vignetta quotidiana del suo blog a questa commemorazione, sempre con la sagacia e la classe che la distinguono. Perché si fa presto a sentirsi buoni e il giorno dopo tornare a dimenticare, a mettere sullo stesso piano vittime e carnefici e fare del revisionismo storico l'esercizio intellettuale più in voga, come scrive Silvia:

Sta a noi tramandare la memoria. Leggiamo Se questo è un uomo, di Primo Levi. Leggiamo i libri di storia, studiamo i periodi più bui della Storia dell’Uomo, non liquidiamo tutto come cosa passata. Andiamo a visitare i luoghi in cui si è compiuto l’Olocausto. Io sono stata a Dachau: è stata un’esperienza traumatica, ma necessaria. Non lasciamo che il ricordo affievolisca, non lasciamo che la storia si ripeta. Adesso sta a noi.

La Giornata della Memoria di Silvia Ziche

Io chiedo quando sarà
che l'uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà

(Auschwitz, Francesco Guccini, 1967)

Fonte: blog di Silvia Ziche

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