La Francia ammorbidisce temporaneamente le regole sulle finestre distributive dopo la chiusura dei cinema
A causa dell'emergenza Coronavirus il governo francese ha allentato temporaneamente la rigida regolamentazione delle finestre distributive
Screen riporta infatti che all'interno dell'ampia legislazione per rallentare la diffusione del Covid-19 e proteggere l'economia sono state inserite anche misure che danno poteri straordinari al CNC (Centre national du cinéma et de l'image animée) per accorciare unilateralmente le finestre di distribuzione dei film. Questo nello stesso giorno in cui l'UNIC, organismo che rappresenta a livello europeo gli esercenti cinematografici, aveva diffuso una dichiarazione contro le implicazioni a lungo termine della rottura delle finestre.
Gli oltre 2,000 cinema francesi (per un totale di circa 6,000 schermi) hanno chiuso i battenti il 14 marzo: all'epoca erano in sala circa 60 pellicole, alcune delle quali erano uscite da pochissimo.
Screen, infine, cita il curioso caso del gigante Canal Plus, che qualche giorno fa è andato in chiaro in risposta al lockdown. Ieri la Paytv ha dovuto fare un passo indietro su richiesta del Conseil supérieur de l'audiovisuel, che ha raccolto le denunce di canali in chiaro come M6 e TF1. Spiega la SIAE francese: "Non appena hanno iniziato a mostrare in chiaro i loro canali, hanno reso disponibili dei film senza rispettare le finestre distributive. Erano film che appartenevano alla finestra Pay, non potevano essere trasmessi in chiaro."
Le finestre sono regolamentate da accordi complessi raggiunti dopo anni di trattative, accordi che quest'emergenza (che sta cambiando diversi paradigmi) sta mettendo in discussione con incredibile rapidità.