La fine della Peak TV sarà "dolorosa per la maggior parte degli studios"

Ravi Ahuja della Sony si inserisce nella conversazione sulla fine della Peak TV e fa qualche previsione sulla contrazione in arrivo

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In questi giorni stiamo parlando molto della fine della Peak TV, l'età d'oro della televisione nella quale si è arrivati a una produzione di oltre 600 nuove serie televisive in un anno in nordamerica. Sono diverse le cause della contrazione che si sta concretizzando ora e che porterà a un dimezzamento di quella cifra, con ripercussioni molto dolorose su tutta l'industria: ovviamente ci sono i doppi scioperi, ma anche la crisi dei modelli di monetizzazione alla base dello streaming e la necessità di convertire il numero di abbonati in effettivi profitti.

Nella conversazione si inserisce il chairman della divisione televisiva della Sony, Ravi Ahuja, che in un'intervista con The Wrap ha confermato quanto questa fase sarà "dolorosa per la maggior parte degli studios":

Vedrete uscire un po' di aria dal palloncino, diciamo. Potrebbero esserci riduzioni e slittamenti nella produzione dei contenuti del portfolio delle grandi aziende, che si allontaneranno dalle strategie volte ad acquisire un gran numero di abbonati e preferiranno creare serie più simili a The Night Agent [prodotto da Sony per Netflix, ndt]. Sta anche diventando difficile arrivare alla fine della produzione di una serie. Speriamo di non arrivare al punto di avere una serie che amiamo e non riuscire a trovarle una casa. La nostra scommessa è veramente quella di concentrarci su un'esecuzione perfetta e coinvolgere i migliori creativi. [...] Produciamo 200 serie nei nostri studios: scripted, unscripted, kids, game show... facciamo tantissime produzioni per altri.

L'epoca del consolidamento non è ancora finito: in molti pensano che ci siano troppe piattaforme streaming e che l'unica soluzione siano altre fusioni. In questo senso, Ahuja non ritiene che Sony (uno dei pochi studios senza piattaforme streaming - almeno per ora) sia in vendita:

Assisteremo a sempre più bundle di aziende in competizione sulle varie piattaforme: Amazon, YouTube, Apple, Roku... Hanno già iniziato. È uno scenario più attento al consumatore ed efficiente. Dopotutto, nel mondo le televisioni propongono sempre dei bundle: non c'è mai un'offerta a la carte.

[...] Se lavorassi alla Apple direi che mi piacerebbe molto comprare Sony, ma per quanto ne so non siamo in vendita!

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

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