La Disney sta lavorando a un "reset" dei contratti con i talent dopo l'incidente con Scarlett Johansson

Dopo la pessima estate passata dalla Disney per via dell'affare Black Widow e Scarlett Johansson si pensa a nuove forme contrattuali

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Dopo l'uscita di Black Widow, la Disney ha passato un'estate decisamente terribile per via della bagarre contrattuale venutasi a creare con Scarlett Johansson. In calce all'articolo trovate una serie di articoli che vi aiuteranno a ricostruire la cronologia dei fatti, ma, riassumendo, tutto ruota intorno alle mancate compensazioni economiche ricevute dalla star per via della decisione presa dalla Disney di portare il cinecomic Marvel contemporaneamente al cinema e in streaming su Disney+ (con tutto ciò che ne è poi conseguito in quanto a mancati incassi per colpa della circolazione dei file pirata della pellicola).

Ed è anche di questo argomento, la relazione fra lo studio e i talent, che ha discusso Bob Chapek, il CEO della Disney, alla trentesima edizione della Goldman Sachs’ Communacopia Conference (via Deadline):

La Disney ha - storicamente - una relazione simbiotica e cooperativa in materia di accordi con i talent e continuerà ad averla. Certamente il mondo sta cambiando e anche i contratti coi talent, andando avanti, dovranno riflettere il fatto che il mondo sta mutando. Finora abbiamo sempre ragionato seguendo un'idea che non presupponeva cambiamenti troppo drastici. Tenete a mente che si trattava di film fatti tre o quattro anni fa, con contratti che erano strutturati di conseguenza. E abbiamo poi dovuto lanciarli nel bel mezzo di una pandemia che non ha fatto altro che accelerare un processo già in corso, ovvero il cambiamento nelle abitudini del consumatore. Ci ritroviamo a mettere un quadrato in un buco rotondo in cui c'è un contratto concepito seguendo certi criteri e condizioni che ha avuto come risultato un film distribuito in un contesto completamente differente. Penseremo a come incorporare queste nuove necessità nei futuri contratti, ma ora come ora stiamo in questa sorta di posizione intermedia in cui cerchiamo di fare il meglio per il talent e il talent cerca di fare quello che è meglio per lo studio. C'è la volontà di capire come edificare questo ponte. Ma noi in primis siamo convinti che i talent siano i nostri asset più importanti e continueremo a mantenere questa posizione, come abbiamo sempre fatto, e li compenseremo in maniera equa in base ai contratti che hanno accettato di firmare.

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