La Disney ha davvero cercato di "comprare" la Warner qualche anno fa
In un report del New York Times dedicato a WarnerMedia viene rivelato che, anni fa, la Disney ha davvero cercato di comprare lo studio rivale
L'autorevole giornale americano ha pubblicato un lungo dossier dedicato alla storia recente della major dei fratelli Warner, dall'acquisizione da parte di AT&T fino ad arrivare all'unione degli asset media e intrattenimento di WarnerMedia e Discovery Inc. In un paragrafo viene spiegato che se una ben specifica telefonata fosse stata fatta con qualche settimana d'anticipo, la storia, come nei migliori dei "What if?", sarebbe potuta andare diversamente.
Ecco cosa scrive il NYT:Insomma, dietro a una ben nota battuta c'era, a quanto pare, un inatteso fondo di verità. Come sia andata a finire lo sappiamo tutti. Da una parte c'è stata la fusione fra AT&T e TimeWarner appunto, dall'altra quella fra la Disney e una larga fetta degli asset in mano alla famiglia Murdoch.Nell'ottobre del 2016, poco prima che Time Warner e AT&T annunciassero il loro accordo, Bob Iger, presidente della Disney al tempo, aveva telefonato a Jeff Bewkes, boss di Time Warner, stando a quanto riportato da due persone con un'intima conoscenza dei dettagli della questione. Il leader della Disney chiese a Bewkes se c'era interesse per una possibile fusione. Bewkes gli disse che era troppo tardi perché c'era già qualcosa in corso. Iger gli fece i suoi auguri e poi riattaccò. In seguito, Iger chiamò il boss di un altro gruppo media. Si trattava di Rupert Murdoch.
Quanto alla recente fusione fra WarnerMedia e Discovery, la nuova compagnia unirà, tra le altre cose, le attività di WarnerMedia tra cui lo studio cinematografico Warner Bros, i canali televisivi CNN, TBS, TNT, HGTV, Food Network, Discovery Channel, e le piattaforme streaming HBO Max e Discovery+, che proporrano i contenuti dello sterminato catalogo Warner e dei canali Discovery in tutto il mondo. L’obiettivo è anche avere la possibilità di “investire in più contenuti originali per le piattaforme streaming, aumentare le opzioni di programmazione tra la rete globale di pay TV e tv commerciale, e più esperienze innovative e scelta per i consumatori” (ECCO TUTTI I DETTAGLI).