La cosa, Kurt Russell riflette sull'ambiguità del finale: "È divertente che la gente ne parli ancora"

Il finale di La cosa di Carpenter è uno dei più discussi di sempre: Kurt Russell parla della genesi della scena...

Condividi

La cosa, il film del 1982 diretto da John Carpenter e interpretato da Kurt Russell, viene universalmente riconosciuto come un capolavoro del cinema, non solo del genere fantascientifico.

Una gemma del cinema che a più di 40 anni dalla sua uscita fa ancora discutere in relazione alla sua conclusione in cui MacReady (Kurt Russell) e Childs (Keith David) decidono di morire congelati per evitare che un alieno parassita raggiunga il resto del mondo, ma non è ben chiaro se i due siano ancora umani o se uno di loro, o entrambi, siano infetti.

Ospite dell'Happy, Sad, Confused podcast per la promozione di Monarch, la serie TV di Godzilla disponibile in streaming esclusivo su Apple TV+, Kurt Russell è potuto tornare a riflettere proprio sull'epilogo di La cosa discutendo anche di come lui e il filmmaker siano arrivati all'elaborazione di quello specifico momento.

John ed io abbiamo discusso di quello, della conclusione di quella pellicola, per molto, molto tempo. Ci scambiavamo idee per il finale, le scrivevamo ed era una di quelle cose che preoccupavano John: fare un film che guardavi per due ore e finiva riportandoti al punto di partenza. Siamo finalmente arrivati a un punto in cui provavamo sensazioni diverse, e ricordo di avergli detto "Che ne dici di questo finale?" lo provavamo solo che poi gli facevo notare "John, penso che questa ci riporti al punto di partenza. Penso che sia quello che fa". L'unica cosa che potevo fare era concluderla così: "Perché non la finiamo con noi che ci sediamo qui per un po' e poi vediamo cosa succede". E ha funzionato. Era ciò che richiedeva la scena finale. Ed è divertente sentire la gente parlare ancora oggi di quella scena, devo dire che è divertente.

Cosa ne pensate? Avete la vostra teoria sul finale di La cosa? Lasciate un commento!

Seguiteci su TikTok

FONTE: Happy Sad Confused podcast su YouTube

Continua a leggere su BadTaste