Kobane Calling e i 30 anni di Dylan Dog, parlano Zerocalcare e Roberto Recchioni

Alla prima edizione fiorentina del Wired Next Fest, Roberto Recchioni e Zerocalcare hanno raccontato le loro ultime fatiche professionali...

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Kobane CallingAlla prima edizione fiorentina del Wired Next Fest c'è stato spazio per la Nona Arte e per due indiscutibili rappresentanti del fumetto italiano di oggi: Roberto Recchioni e Zerocalcare, al secolo Michele Rech.

L'interessante e distesa chiacchierata della durata di mezz'ora dal titolo Eroi in bianco e nero - moderata dal giornalista di Wired, Andrea Gentile - è stata ospitata domenica scorsa nella suggestiva cornice del Salone dei Cinquecento, completamente gremito, all'interno di Palazzo Vecchio.

Zerocalcare ha rotto il ghiaccio parlando della sua ultima fatica, Kobane Calling, il reportage a fumetti che l'ha catapultato in una realtà così lontana e così complicata. L'artista romano ha confessato di non ritenere il Graphic Journalism una sua vocazione, ma di essersi dedicato a quest'opera per un suo interessamento personale alla vicenda del popolo curdo che nutre da anni:

Se mai in futuro dovesse esserci qualcos'altro che mi appartiene, che è nelle mie passioni, interessi, ecc... Lo rifarei. Però di andare catapultato in un posto, dall'alto, a fare un reportage, quello non mi interessa tanto. È pure vero che ciò che succede in Siria in realtà non è finito; non è finito né col mio libro, né in generale. […] Io sto cercando di capire come dare continuità a questo discorso, in modo da continuare a raccontare quanto succede a Kobane […] nell'impossibilità fisica di essere là. […] Ora sto incontrando curdi che stanno tornando da quelle zone, sto raccogliendo le loro testimonianze e le sto buttando giù a fumetti e poi vedrò cosa farne.

Recchioni, invitato a rispondere sulle celebrazioni per il 30° anniversario di Dylan Dog, ha ricordato al pubblico l'esordio incerto in edicola e poi l'incredibile successo, fino diventare un fenomeno di costume e di cultura citato dallo stesso Umberto Eco. Il suo segreto?

Secondo me la ragione per cui Dylan è diventato il fenomeno che è diventato è perché ha saputo intercettare l'attimo presente, la sensibilità di quel periodo. […] In Italia abbiamo due capisaldi del fumetto: Tex, che è il personaggio che dà le risposte […] e dall'altra parte Dylan Dog, che è il fumetto che fa le domande.

A proposito del rilancio da lui guidato come editor responsabile dell'intero franchise, Recchioni sostiene che non è stata necessaria un vera è propria azione di rinnovamento...

[…] Ma fare in modo che Dylan tornasse a fare delle domande. […] Dylan è un personaggio che deve riflettere sul presente e porsi dei dubbi su quelle che diamo per realtà assodate o come dati di fatto. […] Quello che ho fatto io è stato cercare di riportare quell'idea di dubbio.

Non sono mancati scambi di reciproca stima e di rispetto tra i due amici e colleghi; inoltre abbiamo avuto la conferma che Zerocalcare firmerà la variant cover per Lucca Comics & Games 2016 di Mater Dolorosa, il numero 360 di Dylan Dog che apre ufficialmente le celebrazioni per i 30 anni dalla creazione del personaggio di Tiziano Sclavi.

Vi lasciamo al video, in cui vedrete due grandi interpreti del nostro panorama raccontarsi e raccontare il proprio lavoro. Buona visione.

Fonte: Wired

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