Killers of the Flower Moon: che cosa significa il film di Scorsese per la Nazione Osage?

Il Capo Osage Geoffrey Standing Bear spiega il significato e le conseguenze di Killers of the Flower Moon per la storia del suo popolo

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Nell’articolo si menzionano alcuni fatti reali della storia Osage presenti anche in Killers of the Flower Moon. Possono essere considerati spoiler.

Gli assassini della terra rossa, il libro inchiesta di David Grann da cui Martin Scorsese ha tratto Killers of the Flower Moon solleticava da tempo le fantasie degli studio come una grande storia di detective e investigazione. Per un periodo fu così anche per Scorsese, con Leonardo DiCaprio che avrebbe dovuto interpretare un agente dell’FBI coinvolto nelle indagini per le morti sospette ai danni della Nazione Osage. Il regista durante la preparazione ha lavorato a stretto contatto con la popolazione per raccontare la loro storia, trovando sempre di più in questi racconti e in queste persone il centro del suo film.

Così Killers of the Flower Moon ha cambiato prospettiva. La storia di un’indagine si è tramutata nella storia di un popolo, scritta e messa in scena collaborando con loro per far vivere sullo schermo le tradizioni e le usanze di un passato che sta andando perduto. Così DiCaprio, al posto che un detective, è diventato Ernest Burkhart, il fragile e crudele marito di Mollie, la donna Osage che ha contribuito a far emergere la verità.

Una verità di cui nessuno, ancora oggi, ama parlare. Lo spiega l’attuale capo della Nazione Osage, Geoffrey Standing Bear. Questi crimini vecchi più di 100 anni sono ancora fatti sussurrati nella loro lingua quando gli anziani li ricordano. Lo fanno per fare in modo che la conversazione sia privata, come un dolore che non vogliono riportare a galla. I giovani hanno fatto fatica ad accedere al racconto diretto della generazione che ha subito questi crimini. Un trauma di una nazione, rinchiuso nel passato dalla memoria collettiva? Non proprio, dice Geoffrey Standing Bear:

[Ciò che è successo] Non era un segreto oscuro e profondo. La gente lo sapeva, però non ne abbiamo parlato. Non ne abbiano parlato nella nostra famiglia. Sono sposato con una Osage, ho figli e nipoti Osage, ma non ne ho mai parlato nella nostra famiglia, fino a poco tempo fa.

Una riservatezza che si è tramutata in molti dubbi quando David Grann ha chiesto di accedere agli archivi per scrivere il libro e soprattutto quando Apple a deciso di trarne un film. Per avere il placet Scorsese ha dovuto dialogare a lungo e rassicurare le autorità riguardo all’attenzione verso la rappresentazione della loro cultura nel film. Era molto importante che i personaggi parlassero la lingua Osage (il Siouan) che all’epoca era di uso comune, ma che ora è tramontata. Quella della lingua fu un punto cardine, quasi una condizione essenziale per approvare il progetto.

Così la produzione ha coinvolto l'Osage Nation Language Department nella ricerca delle tradizioni e nella ricostruzione linguistica. Molti hanno figurato anche come comparse e hanno lavorato come tecnici dieto la cinepresa. La protagonista Lily Gladstone è una delle poche Native Americane ad avere avuto un ruolo di primo piano in una grande produzione. Un ruolo di grande importanza nel panorama hollywoodiano.

Mollie amava Ernest?

Geoffrey Standing Bear spiega anche che cosa ha significato la figura di Mollie Burkhart per la sua gente. È il simbolo di un’apparente contraddizione. Molti ritengono infatti che lei amasse veramente il marito che gradualmente la stava avvelenando. Alla fine ha deciso di dire stop, di ribellarsi, ha divorziato da Ernest e ha rivestito un ruolo essenziale nel processo di giustizia. L’immagine di lei racchiude quella del suo popolo usato, sfruttato, ucciso, per appropriarsi delle ricchezze della terra. 

La decisione di raccontare la storia di Killers of the Flower Moon attraverso i suoi occhi è stata una scelta essenziale per ottenere la collaborazione degli Osage. Scorsese gli ha spiegato che quello che voleva fare era un film che parlasse di fiducia e tradimento. La fiducia della popolazione verso il mondo esterno e il conseguente tradimento. Non solo: il film articola questo concetto anche a livello personale, quello dei singoli personaggi, in un parallelo che si specchia con i grandi eventi storici. 

Ernest, di contro, è un personaggio ferito dalla guerra. Arriva su quella terra debole ma, nonostante la sua condizione, non genera mai compassione nei suoi confronti, dice il Capo Osage.

Che conseguenze può avere Killers of the Flower Moon?

Raccontare pubblicamente questi fatti, che la tradizione orale della Nazione tende a mantenere nel segreto, ha un vantaggio ben preciso secondo Geoffrey Standing Bear. Da dieci anni, da quando Grann ha iniziato a scriverne, è in atto un graduale processo di riacquisizione delle terre che gli sono state tolte attraverso gli omicidi. 

Il film e il libro hanno contribuito a generare una discussione intorno a questo tema, a spezzare quel silenzio che rischiava di far perdere i fatti nel passaggio generazionale. Invece ora la rabbia, il dolore, il trauma di un popolo, sono diventati centrali nei discorsi. Questi servono a rafforzare l’identità, soprattutto verso i più giovani, portando a riscoprire e a riappropriarsi sia dei territori che della lingua e della cultura. Per il Capo Osage Killers of the Flower Moon ha un valore storico per come fa emergere l’identità di un popolo. Tanto che definisce questo film non una storia su di loro raccontata da Hollywood, ma una storia che sono loro ad avere concesso a Hollywood. 

Fonte: Deadline

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