Kieron Gillen, Jamie McKelvie e l'importanza di non rinchiudere i comics in un ghetto

Kieron Gillen e Jamie McKelvie parlano di The Wicked + The Divine e di come i comics debbano trarre spunto dalla cultura extra-fumettistica

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Il quotidiano inglese The Guardian presenta ai suoi lettori i fumettisti che stanno cambiando il volto dei comics. Ieri vi abbiamo proposto le considerazioni di Kelly Sue DeConnick riguardo al suo contributo nel riportare la figura femminile al centro delle storie e le donne all'attenzione del pubblico, come figure professionali. Oggi è il turno di Kieron Gillen e Jamie McKelvie, gli autori di Young Avengers e The Wicked + The Divine, rispondere alle domande sull'importanza rinnovata del fumetto indipendente negli Stati Uniti e sull'allargamento del bacino di lettori.

[caption id="attachment_98520" align="alignright" width="217"]Kieron Gillen Kieron Gillen © Luigi Novi[/caption]

Gillen - Una delle ragioni per cui il fumetto creator-owned è tornato ad esplodere è che la generazione cresciuta leggendo cose come Sandman e Watchmen è ora in posizioni di potere, ha la possibilità di influenzare il modo in cui i comics vengono percepiti. Il boom dei manga, nei primi anni del Duemila, ha portato un sacco di donne ad avvicinarsi al fumetto e, ovviamente, il cinema ha aiutato. Ma ci vorrà tempo prima che questo processo sia completo.

McKelvie - I comics hanno perso lettori negli anni Novanta, almeno in parte, perché il fumetto era un'arte isolata nel genere supereroico, autoreferenziale. I disegnatori prendevano a esempio altri disegnatori di quell'ambiente e poco o niente dal mondo esterno. La Marvel negli anni Sessanta ha avuto successo perché traeva spunto dal resto del mondo, dalla cultura pop. Mentre il genere duro e ruvido degli anni Novanta, in termini visivi, non era che un'idea adolescenziale dell'aspetto che storie adulte avrebbero dovuto avere. Oggi i fumetti di successo sono soprattutto gradevoli da vedere, belli. Questo aiuta molto.

Gillen - Aumentare il pubblico è una conseguenza del fatto che oggi nessuno vuole lavorare in modo da rinchiudersi in un ghetto. Tutti vogliamo rendere più accessibile possibile, più sofisticato intellettualmente ed emotivamente quel che produciamo. L'industria dell'editoria libraria farebbe carte false per avere i nostri numeri di copie vendute. Il primo volume di The Wicked + The Divine ha venduto centomila copie. Non è poco. Si tratta di un prodotto cult, ma i numeri sono importanti.

McKelvie - Abbiamo iniziato questo progetto sapendo che sarebbe stata, probabilmente, l'ultima opera importante che avremmo realizzato assieme, quindi vogliamo che conti. Quella nei comics è una carriera strana. C'è un limite piuttosto stabile a quel che ti può rendere in temini di successo. Quindi vogliamo dedicarci anche ad altre cose. Io, per esempio, sto per affrontare la mia prima regia.

Gillen - Per The Wicked + The Divine abbiamo progettato un'intero culto religioso a tavolino, dal nulla. Se devo dirla tutta, mi sento addirittura colpevole, per questo.

Fonte: The Guardian

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