Kenny Ortega, regista di Hocus Pocus, parla delle persecuzioni subite a inizio carriera e dell’estetica queer dei suoi film

Kenny Ortega, regista di Hocus Pocus e High School Musical, parla delle persecuzioni subite a inizio carriera e dell'estetica queer dei suoi film

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Il regista di Hocus Pocus e di High School Musical Kenny Ortega è stato di recente inserito nella lista di Variety Power of Pride come uno dei membri della comunità LGBTQ più influenti del momento.

Difficile dare torto alla lista: Ortega è stato un pioniere. Con il suo lavoro ha anticipato i tempi, inserendo nelle sue storie contenuti e una rinnovata sensibilità verso il mondo queer. Ha contribuito a parlare, con toni leggeri, ai giovani, veicolando messaggi di accettazione e libertà.

Intervistato da Variety il regista si è concesso un toccante racconto sugli inizi e le difficoltà della sua carriera, rivolgendosi direttamente ai ragazzi e alle ragazze LGBTQ (e non solo!):

Vorrei dire solo: “Continuate a portare la torcia”. Numerose vite sono andate perdute per la ricerca di cambiamento e accettazione, e molti combattenti hanno lavorato per anni per creare un mondo in cui potessimo camminare liberamente senza discriminazioni. Non dimenticate la storia e quello che ha richiesto per portarci fin qui. Dobbiamo andare oltre. Sta a voi giovani portare questa torcia ancora più avanti.

Ortega ha poi raccontato alcune terribili e sconvolgenti discriminazioni subite a inizio carriera, mentre stava portando in giro per gli States il musical Hair. Lo show venne rifiutato da gran parte del pubblico in South Carolina, Florida, Oklahoma dove il cast fu vittima di numerose minacce, a Tulsa addirittura il Ku Klux Klan interruppe lo show salendo sul palco. Ortega interpretava un personaggio bisessuale. Un ufficiale di polizia, infastidito da quello che il personaggio rappresentava, nascose della droga nella stanza dell’hotel dove dormiva l’attore, che venne arrestato con l’accusa di essere un pericoloso spacciatore e venne incarcerato rischiando 25 anni di prigione:

Ero sul palco la sera della prima. Lui era tra il pubblico. Nessuno lo sapeva. Era un uomo calvo, io mi sono presentato come George Berger [il suo personaggio, ndr] e sono saltato giù dal palco vestendo poco niente, scavalcando il pubblico. Ho scelto lui, mi sono seduto di fronte e gli ho dato un bacio sulla testa calva chiamandolo “mamma”. Lui mi ha colpito e sono caduto a terra. Lo show si è fermato e sono stato soccorso dal resto del cast. Il giorno dopo ci dovevamo spostare a New Orleans, tornammo in hotel per prendere le nostre cose e salire sul bus. Quando sono entrato nella mia stanza mi sono ritrovato sbattuto contro un muro, le mie mani legate dietro la schiena. La cosa successiva che ricordo fu che mi ritrovai in cella e venni accusato di traffico di narcotici, il che era impossibile. Non potevamo neanche pensare di viaggiare con delle droghe. Stavamo attraversando il sud e il midwest passando i confini di diversi stati!

Ad ogni modo, la cosa bella di questa vicenda è che la giudice era venuta a vedere il nostro spettacolo. Sua figlia aveva visto lo show molte volte. Quando ha saputo cosa mi era successo ha pensato che qualcosa non andava, così ha fatto ulteriori ricerche. Per prima cosa il poliziotto mi aveva arrestato con il nome di George Berger. Credeva che fosse il mio nome perché nello spettacolo avevamo rotto la quarta parete!

Per fortuna l’intera vicenda ha avuto un esito "felice", con l’assoluzione dell’attore e la rimozione dall’incarico del poliziotto. Ortega ha però ammesso:

Mi hanno rilasciato ma non sono più stato lo stesso, mi guardo sempre le spalle, tutt’ora.

L’intervista è proseguita trattando del rapporto tra Ortega e Hollywood. Alla domanda se fosse mai stato possibile, al tempo in cui veniva realizzato High School Musical, proporre il personaggio di Ryan come apertamente gay, il regista ha risposto:

Devo essere onesto: non penso fosse possibile all’epoca, e Disney è il gruppo di persone più progressiste con cui ho mai lavorato. Ero preoccupato perché era un film per famiglie e bambini e Disney poteva non essere ancora pronta per attraversare quella linea e muoversi in quel territorio. Mi sono semplicemente preso la responsabilità di fare delle scelte che sarebbero state "colte" da coloro che guardavano. Lo avrebbero visto, percepito, l’avrebbero saputo e si sarebbero identificati comunque con lui.

Infine Ortega ha parlato dell’importanza della rappresentazione nel cinema e dell’estetica queer nei suoi film sottolineando come sia una sorta di spirito e di divertimento molto personale che scorre all’interno dei suoi film. Ed è grazie al progresso fatto in questo senso che si può dirlo esplicitamente senza che le persone ne siano spaventate:

“Centinaia di giovani mi hanno detto: se non fosse stato per High School Musical non so se sarei mai stato a mio agio con la mia pelle. Non so quando sarei stato in grado di sentirmi a mio agio abbastanza da fare coming out ed accettare chi sono.

Che cosa ne pensate dei fatti raccontati da Kenny Ortega? Pensate che ci sia una giusta rappresentazione a Hollywood o la strada da fare è ancora tanta? Fatecelo sapere nei commenti!

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