Kelly Thompson, Jamie McKelvie e Sarah Brunstad parlano dello speciale Captain Marvel #30
Kelly Thompson, Sarah Brunstad e Jamie McKelvie parlano dei passaggi fondamentali per Carol Danvers che vedremo in Captain Marvel #30
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Brunstad - La missione di questa serie si è evoluta un bel po', nel corso del tempo. Quando abbiamo iniziato, non avevamo idea di quanto sarebbe durata, magari dodici numeri sarebbero stati già un buon risultato. Quindi abbiamo cominciato con l'obiettivo molto preciso di riportare Carol sulla Terra, letteralmente e metaforicamente. Volevamo che si sentisse nuovamente connessa ai problemi della gente comune, specialmente dopo che Life of Captain Marvel aveva realizzato che lei non è comune, non è del tutto umana.
Ma poi siamo andati ben oltre i dodici numeri e il nostro arco narrativo The Last Avenger ha fatto crescere un sacco le vendite. La serie è cresciuta organicamente, con il passaparola dei fan che sono saltati a bordo pian piano. La cosa migliore che si possa sperare. E ha aperto un sacco di opportunità.Con l'arco narrativo che si conclude su Captain Marvel #30, abbiamo cambiato i nostri scopi e abbiamo deciso di scavare in una delle grandi vulnerabilità di Carol, che ha a che fare con i suoi poteri e i suoi limiti di super umana. Vedo questo numero come un momento di svolta, in cui lei perderà qualcosa che ha un grande valore. Una storia non da poco. Nel prossimo arco abbiamo qualcosa di enorme da rivelare su un personaggio e ci inoltreremo in un'altra delle peggiori paure di Carol.
Thompson - Mettere Carol a confronto con la magia, uno dei suoi punti deboli fondamentali, crea un sacco di prospettive interessanti su di lei. La mia preferita riguarda il fatto che la sua cocciutaggine sia tanto la sua più grande forza quanto il suo più grande difetto. La rende potente, ma anche cieca nei confronti di una serie di cose. Carol è grandiosa e ha enormi poteri, ma le sue debolezze la rendono umana. Questa storia è stata una possibilità di mostrare questo suo lato.
Uno dei nostri obiettivi, sin da sempre, è stato creare un buon numero di avversari per Carol. Molti dei suoi nemici principali sono presi in prestito da altri personaggi, altri sono diventati qualcos'altro, altri ancora sono troppo poco potenti per rappresentare per Captain Marvel una minaccia seria.
Creare Ove ha significato avere qualcuno che abbia un potere significativo, che sia davvero un pericolo per Carol, e regalarle una storia alla Giorni di un futuro passato, che avesse un impatto duraturo sul personaggio. Amora sarà sempre un personaggio legato a Thor, ma Ove ha attraversato il confine in maniera interessante e credo possa essere una grande nemesi, soprattutto dopo quel che leggerete su Captain Marvel #30.
Tanto Sarah Brunstad quanto Kelly Thompson sono entusiaste di avere Jamie McKelvie, che ha contribuito al lancio di Carol Danvers nei panni di Captain Marvel creando il suo costume, sulla serie, per questo numero speciale, la cui importanza emotiva meritava un grande artista e qualcuno legato al principale snodo di carriera del personaggio. Suoi sia i testi che i disegni del secondo episodio ospitato dall'albo.
McKelvie - Per molte ragioni, non riesco più a leggere tanti fumetti come una volta, ma sono sempre rimasto aggiornato sulle vicende che capitavano a Carol. Ho apprezzato molto il lavoro di Kelly e dei suoi collaboratori sul suo personaggio e amo il percorso che le hanno fatto fare. Sono felicissimo di poter contribuire al numero #30.
Egoisticamente, sapevo che mi sarebbe piaciuto raccontare una storia che vedesse insieme Carol e Kamala Khan, perché ho progettato il costume di entrambe, ma non ho mai disegnato nessuna storia che le avesse come protagoniste. Partendo da quello, ho valutato la struttura delle vicende degli ultimi trenta numeri di Captain Marvel e, diamine... Carol ne ha passate davvero un sacco. Ho pensato che fosse sensata una storia che riflettesse su tutto questo. Come farà i conti con i recenti sviluppi? Con chi ne parlerà?
Mi colpisce il fatto che la maggior parte dei suoi amici siano attorno a lei più o meno dallo stesso tempo e abbiano la sua stessa età... forse ha bisogno di discutere con qualcuno che abbia una prospettiva più esterna su di lei. Ed è questo uno dei nodi alla base del rapporto tra loro nell'albo.
McKelvie è stato felicissimo di lavorare nella doppia veste di sceneggiatore e disegnatore a questa storia, soprattutto perché il lavoro si è rivelato più fluido rispetto a quando ha solo il ruolo di artista. La gestione degli spazi nelle tavole, del movimento delle figure nella pagina, nella gestione stessa dei dialoghi gli è apparsa più naturale di quanto riesca a spiegare, afferma.
Fonte: Marvel