Ke Huy Quan riceve ancora ai regali di Natale da Steven Spielberg, a 38 anni da Indiana Jones 2
In una nuova intervista, Ke Huy Quan ha parlato del rapporto con Steven Spielberg e dell'esperienza avuta con Indiana Jones 2...
Ke Huy Quan ha esordito al cinema nel 1984, a soli 13 anni, in Indiana Jones e il tempio maledetto, la seconda pellicola del franchise Lucasfilm diretta da Steven Spielberg.
Mi ha dato il mio primo lavoro e dopo tutti questi anni, non mi ha dimenticato. Ogni volta che ho avuto bisogno di aiuto, lui c'era sempre.
Poi, sempre in riferimento a Steven Spielberg e alle differenze fra il set d'Indiana Jones 2 e I Goonies, Ke Huy Quan aggiunge:
Sul set d'Indiana Jones ero l'unico ragazzino e, per questo, mi sono beccato tutto l'affetto e le attenzioni. Su set de I Goonies ero uno fra i sette per cui lottavo continuamente per ricevere attenzioni. Ma, tutto sommato, era qualcosa di familiare per me: i miei genitori avevano nove figli. È stato divertentissimo lavorarci, specie su quei set così straordinari. Andare al lavoro era come andare al parco giochi! Steven Spielberg è stato il primo regista a mettere una faccia asiatica in un blockbuster hollywoodiano. Shorty è divertente, è coraggioso, salva la pelle a Indy. Una rarità all'epoca. Poi, per molti anni dopo quel film, siamo tornati al punto di partenza.
Qualche settimana fa, Ke Huy Quan ha potuto parlare dell'abbraccio con Harrison Ford avvenuto alla D23 38 anni dall’ultimo incontro in Indiana Jones e il tempio maledetto.
Mentre mi avvicinavo, lui si è voltato e mi ha indicato con quel grugno classico e celebre da Harrison Ford. Ho pensato: “Oddio, pensa che sono un fan e sta per dirmi di non avvicinarmi“. E invece mi ha puntato il dito contro e ha detto: “Sei Short Round?“. Mi sono ritrovato trasportato al 1984, a quando ero bambino, e ho detto: “Sì, Indy“. Lui ha detto: “Vieni qui” e mi ha abbracciato. Quando l’ho stretto tra le braccia, mi sono tornati alla mente tutti quei bei momenti dal set. Stavo così bene, è stato strepitoso. Lui è un uomo incredibile, uno dei più generosi sul pianeta.
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FONTE: The Guardian