Junji Ito sulle fonti d'ispirazione e la genesi delle sue opere
Junji Ito, il maestro dell'horror del Fumetto giapponese, parla delle sue fonti d'ispirazione e del processo creativo alla base dei suoi racconti
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Il successo di Ito è frutto del suo stile raffinato e del suo tratto elegante, una perfetta commistione di talento cristallino e una padronanza tecnica sopraffina. Tuttavia, l'autore di Tomie (J-POP), Lovesick Dead (Hikari), Uzumaki - Spirale (Star Comics) e Lo squalificato (Star Comics) - adattamento dell'omonimo romanzo di Osamu Dazai - arriva a scuotere profondamente l'animo del lettore soprattutto grazie a una fantasia e a un'originalità inesauribili.
Come mi è già capitato di dire in passato, sono solito rifarmi a quelle che ritengo essere le opere migliori, a mio parere, quindi mi rivolgo costantemente a loro. D'altronde, ultimamente, non mi è stato facile trovare nuovi spunti, quindi ho provato a utilizzare altri sistemi.
Scrivere storie partendo dal personaggio... non è il mio forte. Ho letto dei saggi su Lovecraft e ho scoperto che anche lui prima trovava le idee e poi cercava di farle funzionare nei suoi racconti. È quel che ho sempre fatto, e credo che oggi più che mai io debba tornare a quel metodo. Detto ciò, niente di male se ogni tanto provo a fare qualcosa di nuovo.
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Fonte: ComicBook