Joss Whedon definisce Justice League come uno dei più grandi errori della sua vita e critica il comportamento del cast

In una lunga intervista al NY Magazine, Joss Whedon risponde alle critiche ricevute dal cast di Justice League e le rispedisce ai mittenti

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Ci sono voluti anni, ma, alla fine, Joss Whedon ha parlato di Justice League e delle accuse che gli sono state mosse dal cast

"Mi avevano chiamato per sistemare il film, pensavo di poter dare una mano". E invece, spiega, è finito per diventare quello che definisce come uno dei più grandi errori della sua vita e della sua carriera.

Nella nostra sezione dedicata al mondo della TV vi abbiamo già spiegato i presupposti della lunga intervista che il regista, produttore e sceneggiatore ha concesso al NY Magazine, un botta e risposta in cui Joss Whedon non si è sottratto dal commentare la lunga serie di critiche che, di recente, sono state fatte circa il suo comportamento inappropriato tenuto sui set delle sue produzioni, da Buffy – L’ammazzavampiri in poi.

Inevitabile che, nella corposa chiacchierata, si finisse anche a toccare il tema Justice League. Molti di voi ricorderanno che Joss Whedon era stato chiamato dalla Warner Bros inizialmente per dare una sistemata alla sceneggiatura del kolossal cinefumettistico della Warner, per poi finire a rigirarlo quasi del tutto dopo aver ereditato il testimone da Zack Snyder che, nel frattempo, aveva abbandonato la regia per via di divergenze con lo studio e a causa del suicidio di una delle sue figlie. Il film arrivato in sala nel novembre del 2017 si rivelò un flop totale e col passare degli anni alla debacle economica si aggiunsero anche le ripetute critiche verso Joss Whedon da parte di Ray Fisher (LEGGI IL NOSTRO SPECIALE) e di Gal Gadot. Secondo la modella e attrice israeliana, il regista, durante la lunga sessione di riprese aggiuntive (più di 40 giorni) del film, era giunto a minacciarla più e più volte di voler distruggere la sua carriera.

Nel pezzo del NY Magazine, Joss Whedon non si sottrae a dei commenti su entrambi gli attori. Spiega che, sul set, le cose sono iniziate ad andare male fin dal principio per via del differente approccio al film che lui aveva rispetto a Zack Snyder. Quest'ultimo lasciava un notevole margine di libertà al cast rispetto a degli eventuali cambiamenti nei dialoghi mentre lui voleva che le battute venissero recitate esattamente come erano scritte nella sceneggiatura.

Le cose non andarono affatto per il verso giusto.

Joss Whedon racconta che un giorno Gal Gadot, l'interprete di Wonder Woman, gli fece notare durante le riprese che lui non era in grado di capire come funzionassero i film di supereroi (anche se al tempo era ancora lui il regista del cinecomic di maggior incasso di sempre, ndr.). Un membro della troupe dice al giornale che a quel punto il regista interruppe le riprese per esprimere tutto il suo disappunto e per ammettere a voce alta che non aveva mai lavorato con un gruppo di star più maleducate.

Capitolo Ray Fisher.

Come noto e come è facilmente comprensibile guardando la Snyder Cut, Zack Snyder aveva effettivamente basato buona parte della trama del film su Cyborg trattando lo stesso Ray Fisher come un partner creativo, specie per tutto quello che aveva a che fare con il trattamento dei neri americani. Joss Whedon invece aveva drasticamente ridotto l'importanza di Cyborg, mossa questa che aveva spiazzato Ray Fisher. Il filmmaker dice che un giorno ricevette una telefonata in cui l'attore gli esprimeva tutte le sue preoccupazioni in merito, telefonata che lui decise di tagliare corto spiegando: "Mi pare come di ricevere delle indicazioni. A me non piace ricevere delle indicazioni su cosa devo fare, da nessuno. Neanche da Robert Downey Jr.".

I motivi del ridimensionamento di Cybrg si dovevano a una storyline che, secondo lui, non aveva senso e alle doti recitative di Ray Fisher, giudicate non particolarmente eccelse. Tutte questioni che, fra l'altro, erano emerse anche nei vari test screening di Justice League e tutti cambiamenti fatti dopo aver avuto delle discussioni educate e professionali con l'attore. Il cui agire a posteriori viene giudicato come malevolo dal regista, una polemica montata ad arte.

Sulle accuse di Gal Gadot spiega invece che si è trattato di un malinteso di natura... linguistica.

Sinceramente non capisco davvero la gente. Chi farebbe una roba del genere? L'inglese non è la sua prima lingua e io tendo a essere fastidiosamente arzigogolato quando parlo.

Il regista cita una discussione nata intorno a una scena che lei voleva venisse tagliata. Lui le disse che, se voleva sbarazzarsene, avrebbe dovuto legarlo sui binari di una ferrovia e passare sul suo cadavere.

E poi venni a sapere che a quanto pare avevo detto qualcosa sul legare lei a dei binari e al passare sul suo cadavere.

Il NY Magazine ha contattato l'attrice che ribatte: "Avevo capito perfettamente quello che mi aveva detto".

E sempre dalle pagine della rivista apprendiamo che un'attrice di Angel ha un'opinione differente sulla questione delle carriere rovinate visto che, al tempo, venne minacciata in maniera analoga da Joss Whedon che chiaramente smentisce il tutto.

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Fonte: NY Magazine, Twitter

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