Joss Whedon: in The Avengers c'è tutta la rabbia del suo Hulk interiore
In un interessante profilo dedicatogli da Entertainment Weekly, il regista del film campione d'incassi dl 2012 racconta di quanto The Avengers sia stato estremamente personale...
Spesso si sente dire in giro che i cinecomic Marvel tendano a essere troppo impersonali. Noi, come vi abbiamo spiegato grazie a un apposito speciale, crediamo che non sia così, specie nel caso di The Avengers di Joss Whedon.
Dalla chiacchierata è emersa un'interessante lettura retrospettiva di The Avengers che, stando a Whedon, è stato una vera e propria valvola di sfogo per la sua rabbia:
Ho avuto una carriera meravigliosa e sono grato di ciò. Ma come ogni scrittore a Hollywood ci sono stati dei momenti in cui mi sono detto "Giuro su Dio, se solo mi fate fare quello che voglio fare a modo mio vedrete che funzionerà" e poi mi sono trovato ostcolato in ogni modo. Una volta arrivati in questo posto, dove la gente ti ascolterà, dandoti il beneficio del dubbio levandosi dalla tua strada, non avrai più bisogno di portarti dietro tutte le cose con cui hai imparato a convivere, cercando di sedarle. A quel punto la porta del seminterrato si aprirà... tu potrai scendere le scale... e ritrovarti a leggere il libro che fa resuscitare i morti! (Risate) E' una cosa un po' controintuitiva. La cosa più sorprendente di The Avengers è quanto, in realtà, sia stato molto personale per me. Ho realmente avuto la rivelazione del "sono-sempre-arrabbiato" durante la lavorazione. Avevo in ebollizione una certa dose di rabbia repressa e ero abbastanza consapevole della questione, ma, in apparenza, l'ho scritto per Bruce Banner. Pesnavo "Questo è quello che si troverebbe a vivere un tizio come lui. Interessante! Quale tizio, Joss? Non lo so, uno qualsiasi nessuno in particolare. Non riesco a capire perchè mi sia venuto in mente tutto questo... O andiamo Joss, davvero non lo sai? Davvero?"