Josh Hartnett ricorda il suo disagio con la fama ottenuta dopo Pearl Harbor: "Cercavo di trovare me stesso mentre tutti gli altri mi definivano"
Josh Hartnett ricorda il disagio con la fama ottenuta con Pearl Harbor: "Cercavo di trovare me stesso mentre tutti gli altri mi definivano"
Per promuovere l'uscita di Trap, nuovo thriller M. Night Shyamalan dal 7 agosto al cinema, Josh Hartnett ha ripercorso, in un video di Vanity Fair, le tappe principali della sua carriera, tra cui non poteva mancare Pearl Harbor, dramma sentimentale a sfondo bellico uscito nel 2001 (LEGGI LO SPECIALE). L'attore inizia raccontando il suo rapporto col regista Michael Bay:
Quando ho letto lo script, ho capito che non sarebbe stato esattamente un film storico, ma uno romantico, che cercava di capitalizzare il successo di Titanic rivolgendosi a un pubblico simile. Michael Bay fa film molto spettacolari, è più interessato a questo aspetto che ai momenti intimi. Detto questo, mi sono trovato molto bene con lui. Al tempo, molti lo ritenevano un regista difficile con cui lavorare e mi consigliavano di stare alla larga da lui. Ben [Affleck, co-protagonista del film] ha patito i momenti in cui Michael non era contento, quando tutto sembra andare storto, perché loro due si conoscevano già. A me invece non è accaduta una cosa simile, forse perché ero ancora acerbo come attore e lui ci è andato piano con me.
Pearl Harbor è stato di gran lunga il film più importante a cui ho lavorato, ero in trepidazione, felice per l'ammontare del lavoro e del regista con cui avevo a che fare. Volevo fare ruoli diversi, evitando di diventare uno stereotipo, in precedenza avevo fatto molte parti non propriamente positive. Ero spaventato anche dal fatto che mi avrebbe portato successo, e ho valutato se prendere la strada più spaventosa e farne parte. Il film è diventato popolare, sono finito sulla copertina di molte riviste ed è cambiata la percezione che la gente aveva di me. Quando ero nel ben mezzo di tutto questo, a 21 anni circa, non potevo veramente capire cosa volesse dire. È stato per certi versi emozionante, perché tutti si aspettavano di vedermi nel mio prossimo film e ho avuto la possibilità di lavorare con Ridley Scott [Black Hawk Down] e Harrison Ford [Hollywood Homicide], persone che ho sempre ammirato.
Dall'alto lato, la celebrità non era proprio una cosa per me, non mi sono adattato. Al tempo era una cosa legata a MTV. Non ero proprio il tipo da MTV ed ero così giovane da non aver ancora capito chi fossi. Cercavo di trovare me stesso mentre tutti gli altri mi definivano. Mi sono sentito un po' frustrato per non essere rappresentato come avrei voluto. Non funziona così, ma ero troppo giovane per capirlo. Mi ha un po' scombussolato e quindi sono andato alla ricerca delle cose che mi davano stabilità: gli amici e la famiglia a casa.
Potete vedere l'intervista completa nel video qui sotto:
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FONTE: YT