Josh Hartnett, l'ex golden boy di Hollywood si pente di non aver interpretato Batman per Nolan

Josh Hartnett si dice pentito di non aver accettato la parte di Batman nella Trilogia di Christopher Nolan

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A cavallo fra la fine degli anni novanta e i primi anni del duemila, Josh Hartnett era uno degli It Boy di Hollywood.

Dopo gli esordi indie di Halloween - 20 Anni Dopo, The Faculty e Il Giardino delle Vergini Suicide, l'allora poco più che ventenne star aveva fatto il grande salto partecipando a film colossali come Black Hawk Down di Ridley Scott o Pearl Harbor di Michael Bay.

Era una delle giovani star del momento. Tanto che poteva permettersi di fare quello che, oggi, appare come del tutto impensabile: rifiutare il ruolo di protagonista in ogni cinecomic che gli veniva proposto, dall'essere Spider-Man per Sam Raimi o Superman per Bryan Singer, per paura di restare vincolato a un unico personaggio.

Stando all'intervista che ha recentemente rilasciato a Playboy, c'è una parte supereroistica che, con il senno di poi, si è pentito di non aver accettato: quella di Batman nella Trilogia di Christopher Nolan:

L'intensità della mia fama improvvisa era schiacciante e in mezzo a tutto questo sentivo che non potevo fidarmi di nessuna persona che incontravo e dei relativi film che mi venivano proposti. Ho passato un sacco di tempo in Minnesota a casa dai miei, con i miei amici e la mia famiglia. Ho fatto film più piccoli e mi sono fermato per un po' [...]

Alla gente non piace sentirsi dire di no. A me non piace. Ho imparato la lezione dopo aver parlato di Batman con Nolan. Ho deciso che non faceva per me. E così lui non mi ha voluto per The Prestige. Non solo presero il loro Batman, ma anche Scarlett Johansson che all'epoca era la mia fidanzata. Ed è lì che ho compreso che si trattava di una relazione nata con quel primi Batman, e che avrei dovuto far parte di questo legame con questo tale Nolan. Che mi era subito sembrato bravo e talentuoso. Ma ero così focalizzato sul cercare di non lasciarmi etichettare come attore, sul tentare di non restare collegato a una sola parte. Avrei dovuto pensare che poteva essere uno sprone a lavorare anche più duramente. Basta guardare Christian Bale, tutte le cose diverse che ha interpretato in maniera magnifica. Direi che è riuscito a andare oltre il pericolo di restare etichettato. Perché non ho potuto rendermene conto al tempo? [...]

Ora so che non rifiuterei una parte solo perché si tratta di un supereroe.

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