John Carpenter dalle sue paure allo "stress" provato lavorando dietro la macchina da presa

John Carpenter racconta come ha superato le sue paure e lo stress provato lavorando dietro la macchina da presa

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Recentemente, il grande regista John Carpenter, assente sul grande schermo ormai dal lontano 2010, ha concesso una lunga intervista al The New Yorker. In quest'occasione, ha svelato qual è l'horror contemporaneo che ha davvero apprezzato, ma ha anche raccontato alcuni aneddoti su di sé e sui suoi lavori. Vi riportiamo le principali curiosità emerse.

Le paure di John Carpenter

Domanda ormai classica quando si ha a che fare con un regista di film horror è quella relativa a quali siano le cose che lo spaventino di più.

Carpenter risponde così:

Da piccolo avevo paura di tutto. Tutto mi terrorizzava. [Crescendo] l'ho sconfitta. Tutta la mia vita è stata incentrata sulla conquista della paura e sulla sua gestione, sia a livello personale che professionale. Una delle cose che ho fatto personalmente per vincere le mie paure è stata diventare pilota di elicotteri. Ho preso la licenza di pilota commerciale e l'ho fatto solo perché ho pensato: "Se devo fare film sui duri, è meglio che lo diventi anch'io per un minuto". È una cosa piuttosto impegnativa da fare, pilotare un elicottero.

Lo stress del lavoro come regista

Alla domanda su quale sia il suo più grande film realizzato in termini di budget o di portata della produzione, il regista risponde "Probabilmente Fuga da Los Angeles", per poi precisare:

È meglio avere risorse che non averne, se si deve fare qualcosa. Voglio dire, fare film è la stessa cosa. Tutto è stressante, a basso o ad alto budget. Non importa. Tutto induce stress e provoca l'invecchiamento di un regista. Provoca un sacco di problemi, un sacco ditsuris, se vogliamo.

Questa situazione è continuata fino a quando ha sentito la necessità di smettere in quanto "lo stress era diventato opprimente":

In Fantasmi da Marte ero esausto. Ricordo di aver visto un dietro le quinte e di essermi visto sul set mentre lavoravo, seduto alla sessione di registrazione. Dio, come ero invecchiato. Stanco e vecchio. E ho pensato: "Non posso più farlo". Era troppo duro. Per me non ne valeva più la pena. E non volevo dire questo dei film. I film sono il mio primo amore, la mia vita.

Kurt Russell nei panni di Elvis

Passando a ritroso la sua filmografia, la chiacchierata si concentra poi su Elvis, il re del rock, biopic uscito nel 1979 che all'epoca passò abbastanza inosservato, ma che ora è tornato alla ribalta, dopo l'uscita del film di Baz Lurhmann. Di questa esperienza, Carpenter non conserva un bel ricordo:

[Kurt Russell, interprete del protagonista] era stato scritturato prima che io fossi il regista. Era seduto lì come Elvis, e non riuscivano a trovare nessuno che volesse dirigere questa cosa perché sembrava un disastro. E, beh, io ero troppo stupido, così ho detto di sì.

Le sembrava Elvis?

Beh, è un attore. È diventato Elvis. Non si trattava di assomigliare a lui. Non gli assomigliava particolarmente. Ma Kurt è un imitatore naturale. Forse Kurt è La Cosa.

Cosa ne pensate delle parole di John Carpenter? Lasciate un commento!

FONTE: The New Yorker

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