Joe Quesada ricorda l'etichetta Marvel Knights e la nascita dell'Universo Ultimate

Dalle difficoltà nella scrittura di Kevin Smith agli esordi alla nuova struttura aziendale della Marvel: Joe Quesada a ruota libera sulla sua carriera

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Daredevil #1, copertina di Joe QuesadaJoe Quesada, invitato a incontrare il pubblico in occasione di una mostra dedicata alle sue opere, ha parlato della propria carriera e ha elencato i suoi consigli fondamentali per i giovani disegnatori e fumettisti, come vi abbiamo già raccontato altrove. Rispondendo alle domande degli intervenuti, ha inoltre avuto modo di rivelare alcuni retroscena interessanti della sua lunga carriera di artista, Editor-in-Chief e figura dietro le quinte dell'amministrazione e direzione artistica Marvel, nonché condividere con il pubblico alcune considerazioni.

Parlando di diversità nel mondo dei comics, Quesada ha sostenuto che sia la Casa delle Idee che il resto degli editori possono fare di più e meglio. Ritiene che il suo impegno in questo campo parli da sé, attraverso il gran numero di personaggi e autori coinvolti durante la sua gestione. La sua speranza è che un giorno i personaggi etnicamente connotati della Marvel possano essere percepiti semplicemente come personaggi, senza alcuna considerazione razziale ad aleggiare su di loro.

Interrogato sulla tendenza degli ultimi anni a coinvolgere nella scrittura di fumetti autori provenienti da altri media, come la TV e il Cinema, Quesada ha parlato della sua decisione di integrare nella squadra dietro all'etichetta Marvel Knights il regista e sceneggiatore Kevin Smith, che secondo lui era l'erede evidente di Stan Lee, sotto certi punti di vista, e una scelta facilissima per le storie di Daredevil, vent'anni fa. Certo, ci furono degli intoppi nella gestione dello stile Marvel di scrittura, poiché Smith, che realizzò i dialoghi dopo aver visto le tavole, ne scrisse una quantità a dir poco eccessiva. Si rifiutò di accettare le correzioni di Quesada, ma poi realizzò, vedendo le didascalie sulla pagina, che sarebbe stata la cosa migliore. Per il terzo numero, aveva decisamente trovato un equilibrio.

Ultimate Spider-Man #1, copertina di Mark Bagley

Rispondendo alle domande sulla nascita della linea Ultimate, in un'epoca in cui la casa editrice era in pessime acque a livello finanziario, Quesada ha applaudito il coraggio di Bill Jemas, il quale però avrebbe voluto chiamare il progetto di reinvenzione dei personaggi "Ground Zero". Fu la moglie di Brian M. Bendis, Alisa, a segnalare che il riferimento agli attentati dell'11 settembre sarebbe stato poco felice.

Jemas, in difficoltà nel trovare i giusti autori e disegnatori, domandò a Quesada: fu lui a pensare a Bendis, cui aveva affidato Daredevil e che avrebbe in seguito scritto una pietra miliare come Ultimate Spider-Man, e a Mark Millar. Quest'ultimo era una scelta rischiosa per il palato tradizionalista di Jemas, che però si lasciò convincere dalle storie di Authority realizzate dallo scozzese.

Quesada ammette che negli ultimi anni molti disegnatori Marvel si sono trovati a imitare l'aspetto che i personaggi hanno assunto nelle loro versioni cinematografiche. Secondo lui non è una grande idea. Le pubblicazioni Marvel, nella sua ottica, devono rimanere un laboratorio di idee e storie per i Marvel Studios. Se dovessero contaminarsi troppo con quel che vediamo nei film, il processo creativo del sistema diverrebbe un circolo senza sbocchi.

Nonostante sia molto presto per commentare, infine, Quesada pensa che la scelta di affidare a Kevin Feige il coordinamento della direzione artistica di tutti i comparti Marvel sia buona.

Fonte: Comics Beat

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