Jim Starlin sulla libertà creativa tra Marvel e mercato indipendente

Jim Starlin parla della propria libertà creativa di oggi e di ieri e dei suoi progetti per il futuro, tra Dreadstar e progetti ancora ignoti

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Vi abbiamo riportato le recenti dichiarazioni di Jim Starlin sul suo recente percorso di crescita come artista e sul ritorno di Dreadstar, personaggio fantascientifico di cui sta narrando le storie nel mercato indipendente del Fumetto americano. L'autore che ha segnato, forse più di chiunque altro, l'immaginario cosmico della Marvel, ha proseguito parlando della libertà di cui gode attualmente in relazione a quella concessa dalle grandi case editrici.

Ecco le sue dichiarazioni più interessanti, soprattutto in relazione a un personaggio, comparso in Dreadstar Returns, che fa satira piuttosto diretta nei confronti dell'ex-Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Jim Starlin - Alla Marvel non avrei decisamente goduto della stessa libertà nei confronti della questione Trump, perché nella mia ultima, o forse penultima storia su Thanos avevo scritto una battuta in cui si parlava di creare la propria realtà personale. Uno degli avvocati della Marvel voleva tagliarla perché pensava che fosse un riferimento diretto alle dichiarazioni di Trump, quando invece non aveva nulla a che fare con lui, nella mia testa.

Dreadstar Returns, copertina di Jim Starlin

Ho deciso di farne una satira soltanto dopo che lui ha postato quell'immagine in cui si paragonava a Thanos, in una delle sue iniziative di propaganda, usando un personaggio che ho creato. Alla luce del modo in cui la sua amministrazione ha gestito l'emergenza Covid, sono convinto che sia responsabile della morte di migliaia di persone, quindi direi che se l'è cercata e che meriterebbe di molto peggio rispetto a ciò che gli ho riservato.

Nonostante questo, ai miei primi tempi alla Marvel, quando scrivevo Captain Marvel e Warlock e ho progettato gran parte dei loro mondi, ho goduto di parecchia libertà, perché Roy Thomas, che all'epoca era l'unico editor, non aveva semplicemente il tempo di supervisionare il mio lavoro e aveva il buon senso, tipico degli editor dell'epoca, di non intervenire su ciò che funzionava bene così com'era.

Archie Goodwin era un altro grande editor, all'epoca del primo Dreadstar. Sapeva stare al suo posto, a meno che non ci fossero problemi da risolvere. Entrambi erano molto bravi in questo. Credo che, per tutto il tempo in cui abbiamo collaborato, Archie mi abbia dato solo un suggerimento, che era una proposta giustissima riguardo una copertina. Quelli bravi sanno sempre quel che fanno e vanno ascoltati quando parlano.

Jim Starlin dichiara di essere ancora oggi in un percorso di apprendimento e di aver recentemente imparato a utilizzare alcuni programmi digitali che consentono di risparmiare molto tempo in fase di disegno. Tra cui Poser, che consente di mettere appunto in posa certe figure e usarle come riferimento. Dopodiché ha parlato dei piani che ha in mente per Dreadstar.

Jim Starlin - Ho pianificato cinque graphic novel, allo stato attuale. Dreadstar Returns era la prima. Dreadstar Vs. The Inevitable è la prossima. Ce n'è un'altra che sta prendendo forma sempre più solida nella mia mente e poi altre due, che saranno il risultato di quel che sto raccontando. So che dovrò realizzarle, ma non ho in testa nemmeno un'immagine, al momento. Mi fluttuano nel cervello. E poi c'è una miniserie che ho pianificato con Rags Morales e Jamie Jameson, la quale la sta scrivendo assieme a me. Ma è un progetto di cui non posso ancora parlare.

Fonte: ComicBook.com

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