Jeff Smith torna a parlare di Tuki, una storia di natura ed evoluzione
Jeff Smith torna a parlare della nascita e delle atmosfere di Tuki, il webcomic preistorico che si avvia a diventare una saga in due volumi
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Smith - Tuki è nato come un esperimento su web. Sapevo più o meno in che direzione volessi andare, ma una delle mie grandi ispirazioni, cosa che poi si è rivelata un problema, era la voglia di rendere Tuki un eroe fantastico di epoca pulp, un po' come l'Ombra o Doc Savage o Conan il Barbaro. Amo quel genere di storie.
All'epoca, tutte i vecchi fumetti tipo Flash Gordon avevano il formato delle strisce, che ti portavano in mondi fantastici e reami perduti. Cose di cui vado pazzo. Perciò decisi di pubblicare una o due pagine a settimana, un po' come le vecchie pagine singole di Flash Gordon. E mi ci sono divertito un mondo.Poi ho notato, quando stampammo le storie, che c'erano un paio di problemi. Il primo era che il volume si leggeva un po' come un calendario con la forma di un monitor da computer. Ma il problema vero era che le strisce erano pensate per essere lette una alla volta, per poi aspettare la successiva e, una volta messe insieme, non scorrevano.
Come già raccontato altrove, Smith ha deciso quindi di mettere in pausa il progetto, fino al 2019, quando dei conoscenti gli hanno suggerito di tentare la vita di Kickstarter e lui ha scoperto di poter instillare un nuovo ritmo narrativo in Tuki, rimaneggiando le storie pur mantenendone l'idea di base e riutilizzando quasi tutto il materiale di cui erano composte, cambiando l'ordine di alcune scene per uno scorrere migliore della narrazione.
Smith - La prima novità che i lettori vedranno è la nuova copertina, che trovo molto potente. Un'immagine semplicissima che ho realizzato in bianco e nero e ho consegnato al mio colorista, Tom Gaadt, che l'ha resa davvero splendida. Sembra una torta. Non nel senso zuccheroso e melenso, ma nel senso che è deliziosa. La seconda copertina è molto simile ma notturna e, anche in questo caso, Tom ha fatto un lavoro splendido.
Poi i lettori avranno nuove pagine nella storia, che sarà in bianco e nero. Magari un giorno ne faremo una versione a colori, ma per ora, visto che ho deciso di pubblicarmi da solo, voglio calcare gli stessi passi di Bone e RASL, originariamente prodotti da indipendente e in bianco e nero.
Poi, come ho detto, volevo toccare i temi del pulp e del fantastico, ma mi affascinava anche quello dell'evoluzione, di cui parlerò un po' nella storia. Ho visitato, nel 1996, la Gola di Olduvai, in Tanzania, famoso sito archeologico diretto da Louis Leakey e zona in cui gli umani vivono da milioni di anni.
Ricordo che, scendendo nella Gola, si incontra un muro roccioso in cui era possibile vedere i resti di tre specie diverse di essere umano, che quasi potevi vedere camminare attorno a te. Quel luogo era popolato dai tempi dell'età della pietra, da civiltà sempre diverse nel corso dei secoli. Ed io ho avuto questa visione, di uomini preistorici che si muovevano in quel luogo, occupandosi dei loro affari. Mi sembrava di essere dentro all'eco di un evento realmente accaduto.
Due milioni di anni fa, quel momento potrebbe essere davvero accaduto. Nella mia mente vedevo più specie e ho pensato che sarebbe stata un'epoca entusiasmante per una storia. Un nuovo componente dell'opera, una differenza rispetto al webcomic, sta nel fatto che ho appreso che proprio due milioni di anni fa si è mostrata una specie umana nuova, che aveva un aspetto diverso dalle altre.
Alta, magra, con un cervello più grande e in grado di usare il fuoco. A quell'epoca, imparammo il trucco da festa migliore di sempre: creare una fiamma. Improvvisamente, la storia prese il via ed è questo che raccontiamo: diverse specie umane che reagiscono all'apparire del nostro antenato.
Tuki è una storia che parla di uomini a contatto con la natura e con problemi molto più semplici rispetto a quelli odierni. In parte, una risposta alla pandemia, che ci mostra come siamo distanti e disconnessi dall'ecosistema globale e ci riempie di ansia, dice Jeff Smith
Smith - Kickstarter è la nuova piattaforma per l'autoproduzione. Quella che usava la mia generazione è quasi priva di vita ed è una via difficilissima oggigiorno. C'erano diciassette distributori o qualcosa del genere, un tempo. Se Diamond non ti sceglieva, avevi un sacco di alternative.
Negli anni Novanta, noi non vendevamo direttamente ai lettori, ma alle persone che possedevano le fumetterie, obbligate ad acquistare copie che poi non potevano restituire, correndo un certo rischio anche solo nel comprare pochi volumi. Se non vendevano, se le ritrovavano incollate. Con Kickstarter, io parlo direttamente alle persone che leggeranno i miei fumetti e che vogliono comprarli. E questa cosa è davvero bella.
Fonte: Games Radar