Jason Scott Lee critica il Bruce Lee di Quentin Tarantino in C’era una Volta a… Hollywood
Questa volta a criticare il Bruce Lee ideato da Quentin Tarantino per il suo ultimo film è stato Jason Scott Lee, protagonista di Dragon
E a parlare è un attore, Jason Scott Lee, che in maniera indiretta e riflessa Bruce Lee lo conosce molto bene considerato che lo ha interpretato in Dragon - La storia di Bruce Lee (Dragon: The Bruce Lee Story) film biografico del 1993, diretto da Rob Cohen.
Un anno fa, commentando la scena in cui Cliff Booth (Brad Pitt) atterra Bruce Lee (Mike Moh), Shannon Lee, la figlia di Bruce Lee, si era espressa in maniera decisamente amareggiata nei confronti della scelta narrativa fatta da Quentin Tarantino:
È stato davvero spiacevole sedersi al cinema e sentire le persone che ridevano di mio padre. Posso capire tutto il ragionamento alla base del film. Che i due protagonisti siano questa specie di antieroi e che si tratta di una specie di fantasia selvaggia di quello che sarebbe potuto accadere… e che si svolge tutto in un periodo in cui c’erano molto razzismo ed esclusione. E che il personaggio di Brad Pitt doveva essere così super bad-ass da riuscire a battere Bruce Lee. Ma non c’era motivo di trattarlo allo stesso modo di come è stato trattato da Hollywood quando era in vita. Nel film è quello arrogante che sfida Brad Pitt. E lui non era proprio così. S’imbatte in uno st**nzo arrogante che era pieno di sé. E non in qualcuno che ha dovuto combattere e lavorare il triplo a Hollywood per riuscire a ottenere quello che ad altri veniva concesso in maniera del tutto naturale.
La risposta di Shannon Lee non si fece attendere:
Tarantino potrebbe starsene zitto. Sarebbe davvero carino. O potrebbe scusarsi, o ammettere di non sapere nulla di com’era veramente Bruce Lee, e di aver scritto quel personaggio per il suo film senza pretendere che sia un ritratto realistico.
Uno dei problemi della sua risposta è che, da un lato, vuole portare avanti il concetto che si tratti di fatti, e dall’altro pretenda di rimanere nel campo della finzione.
Arriviamo a oggi.
In una chiacchierata fatta da Jason Scott Lee con l'Hollywood Reporter in occasione di Mulan, il live action che non pochi grattacapi sta portando alla Disney, l'attore ha spiegato di essere rimasto anche lui spiazzato dal Bruce Lee secondo Quentin Tarantino:
Allenandomi per interpretarlo, ho imparato ad apprendere il suo sistema di combattimento percependo realmente i movimenti che insegnava ai suoi studenti. Ho realizzato davvero tanto circa la precisione e la disciplina che una persona come quella possedeva ed è stato molto, molto difficile per me guardare la scena in cui Mike Moh ha vestito i panni di Bruce. Mike è un grande attore sia chiaro, ma penso che non sia stato semplice essere messo in una situazione come quella. Personalmente sono un po' trasalito. Bruce era sicuramente un esibizionista, ma sapeva anche trattenersi. Non era provocatore in quel modo. Era così esperto e sicuro di sé da sapere bene di poter fare davvero male a qualcuno. Poi vedi quella scena e pensi "Eeeh, so bene che non è quello il modo in cui si sarebbe mosso". Quentin Tarantino si è concesso molte libertà creative e il modo in cui l'ha fatto non è giustificabile.
Il mio shifu, Jerry Poteet, è stato uno studente di Bruce ed è scomparso da tempo, ma so che si starà rivoltando nella tomba. Ha avuto una lunga relazione maestro-discepolo con Bruce e mi ha raccontato un sacco di storie. Ho trascorso 15 anni insieme a lui, che è diventato il mio shifu proprio dopo la lavorazione di Dragon. Per cui penso di sapere quelle due o tre cose su chi era e su quale poteva essere l'effetto di Bruce sui suoi allievi. Quando ho incontrato Jerry per la preparazione di Dragon aveva 55 anni e io 25, 26. Dopo anni di storie e dettagli, sono sicuro che avrebbe infastidito anche lui.
Cosa ne pensate delle critiche di Jason Scott Lee alla rappresentazione di Bruce Lee fatta da Quentin Tarantino nel suo film? Ditecelo nei commenti!