James Gunn riflette sul licenziamento dalla Disney e sui lati negativi dell'essere boss dei DC Studios

James Gunn ha partecipato come ospite al podcast dell'amico Michael Rosenbaum e ha parlato a tutto tondo della sua carriera...

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James Gunn ha partecipato, come ospite, al podcast Inside of You condotto dall'attore Michael Rosenbaum (Lex Luthor nella serie Smallville) che, nella vita di tutti i giorni, è un grande amico del regista e sceneggiatore.

Nel corso della lunga chiacchierata, James Gunn ha toccato, inevitabilmente, anche svariati aspetti della sua carriera, dal ben noto licenziamento voluto dalla Disney nel 2018 (ECCO TUTTI I DETTAGLI), al come ha accolto la nuova nomina a co-dirigente dei DC Studios, inclusi i lati negativi che, inevitabilmente, sono collegati a una posizione di gran potere decisionale come quella che ricopre ora in seno alla divisione cinefumettistica della Warner.

Ricordando l'allontanamento dai Marvel Studios dice:

Per un attimo, è stato tutto all'insegna del: "Cavolo. Ho lavorato tutta la vita per essere amato da tutte queste persone, dal mondo, così da poter stare bene con me stesso. E tutto ciò per cui ho lavorato è svanito". A quel punto, pensavo che avrei dovuto vendere la mia casa e trasferirmi altrove, che la mia carriera fosse finita completamente. E per un breve istante è stato effettivamente così.

Poi ho iniziato a cercare di prendermi cura di me stesso, fare del mio meglio. Ma la cosa incredibile è che, in quel momento di tristezza, quando non potevo aiutare nessuno, è stato in quel frangente così brutto che le persone sono venute da me e mi hanno mostrato un amore grandioso. Persone come te, la mia futura moglie, Jen [Holland], la mia famiglia, mia madre e mio padre. Sai, Chris Pratt, Dave Bautista, Pom Klementieff, tutti i Guardiani. Zoe [Saldana] veniva da me e cucinava la cena. Sylvester Stallone. Un incredibile numero di persone che mi ha mostrato amore in un momento in cui ero completamente debole. È stato semplicemente sbalorditivo per me, per la prima volta nella mia vita mi sono sentito amato. Quella cosa che ho cercato per tutta la mia vita per farmi sentire al meglio, di sentirmi amato da qualcosa al di fuori di me, non ho potuto sperimentarla realmente finché non ho abbandonato la mia disperazione nel ricevere tutto questo affetto. È stato a quel punto che mi sono sentito veramente bene.

Poi in merito all'ingaggio come boss dei DC Studios insieme a Peter Safran spiega:

Non è che qualcuno è venuto da me per chiedermi se volevo gestire DC. Nelle fasi iniziali del processo processo mi hanno domandato se fosse qualcosa che mi interessava. Era proprio all'inizio all'inizio e ho pensato: "No, non credo proprio". Le ragioni avevano esclusivamente a che fare con me e non me e Peter [Safran]. Quello che a conti fatti mi ha convinto, e lo dico perché si sono rivolti anche a Peter all'inizio e lui ha pensato la stessa cosa, è stata l'opportunità di farlo insieme a Peter.

Riguardo della collaborazione con Safran aggiunge:

Peter Safran è stato il mio manager fin da quando mi sono trasferito a Los Angeles, quando era presidente di Brillstein Grey. Siamo amici molto stretti. Viaggiamo insieme, trascorriamo del tempo con le nostre famiglie insieme e, negli ultimi 25 anni di collaborazione, abbiamo avuto forse una o due discussioni, e basta. Lavoriamo insieme in modo eccezionale e non ci intromettiamo l'uno con l'altro. Rispetto completamente la sua opinione e lui rispetta la mia opinione sulle questioni creative. Quando siamo diventati un team, con Peter che gestisce tutto come produttore e io che lavoro come regista e mi occupo degli aspetti creativi, è diventata un'altra storia. È diventata un'opportunità per fare qualcosa che non era mai stato fatto prima, per creare la storia più grande mai raccontata attraverso il cinema, la televisione, i videogiochi e altro ancora.

Ma essere il dirigente di uno studio, spiega James Gunn, ha anche dei lati negativi con cui non aveva mai avuto a che fare in precedenza:

Credo che la cosa peggiore di essere una persona che guida uno studio sia che non ho mai davvero considerato il numero di persone a cui dovevamo dire di no. "No, non stiamo prendendo in considerazione il tuo spettacolo, o no, non faremo qualunque cosa tu ci stia proponendo". È davvero terribile, non è la parte principale del mio lavoro, ma è la cosa peggiore. Sai, perché in precedenza aveva più a che fare con quello che io facevo.

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Fonte: Inside of You su YouTube

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