James Cameron: come è nato Terminator

In un articolo per Wired James Cameron parla di come è nato Terminator, dell'olocausto nucleare e della plausibilità di una guerra tra macchine e umani. Poi accenna a Terminator Salvation... 

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Fonte: Wired

James Cameron ha scritto su Wired un articolo dedicato alla saga di Terminator: in esso parla di come è nata l'idea dei primi due film e di quali sono state le sue ispirazioni.

Sono sempre stato affascinato dalla propensione dell'umanità al danzare sul bordo dell'apocalisse. Quando scrissi la trama del primo Terminator, intorno al 1982, stavo lavorando su quello a cui pensavo sin da ragazzo. Sono nato immerso nel cinema e nella letteratura di fantascienza, e ci sono cresciuto. La maggior parte del materiale di quel tipo era costruito come un avvertimento: un avvertimento sulla tecnologia, sulla scienza, sul governo e l'esercito. Non potevi sfuggire a queste tematiche, né al terrore di un olocausto nucleare.

Di uomini provenienti dal futuro se n'erano già visti in diversi prodotti fantascientifici: Cameron ebbe l'idea di un endoscheletro ricoperto di carne, un robot-umano. 

L'idea di una persona proveniente dal futuro che cercava di cambiare il passato non era affatto nuova. Quello che fu innovativo era la mia decisione di non avere una persona dentro a un'armatura robotica. Di solito si fa così. Ma un endoscheletro ricoperto da carne? Questo era nuovo. Per me l'unico problema era riuscire a sviluppare una animazione stop-motion adeguata e dei pupazzi realistici per realizzare un endoscheletro robotico credibile. Il team della compagnia di Stan Winston si propose, e fece funzionare tutto.

Secondo Cameron, però, prendere Arnold Schwarzenegger come attore è stata una scelta poco realistica:

Arnold Schwarzenegger come Terminator non avrebbe funzionato nella realtà. Doveva trattarsi di una unità infiltrata, e un Terminator si riconosce subito in mezzo a una folla se ha l'aspetto di Arnold. Non aveva assolutamente senso. Ma il bello dei film è che non devono essere logici, ma plausibili. Se c'è qualcosa di viscerale e cinematografico che piace alla gente, allora non deve essere necessariamente realistico.

E a proposito di realismo, il regista ammette di non credere che un futuro come quello paventato nei film sia possibile:

Non penso che succederà mai qualcosa come quello che succede in Terminator. Non ci saranno genocidi e guerre tra macchine e uomini, almeno per diverse generazioni. Le storie di Terminator funzionano più su un livello simbolico: è per questo che fanno così presa sul pubblico. Si tratta dell'umanità che combatte contro la sua stessa tendenza de-umanizzante. Quando un poliziotto non ha pietà, quando uno psicologo non ha comprensione... sono diventati delle macchine in forma umana. La tecnologia sta cambiando l'intero tessuto dell'interazione umana. Stiamo assorbendo le macchine in maniera simbiotica, evolvendoci per diventare uno strumento di noi stessi.

Cameron spende qualche (acida) riga anche su Terminator Salvation, e parla di come si è "slegato" dalla saga:

Ho voltato le spalle al mondo di Terminator quando si iniziò a parlare del terzo episodio. Avevo bisogno di evolvermi. Non rinnego quello che ho fatto, ma devo imparare a convivere con le conseguenze di quello che ho fatto, ovvero vederlo risorgere. Non sono coinvolto in Terminator Salvation. Non ho mai letto lo script e sono sicuro che pagherò i miei bei dieci dollari per vederlo, come chiunque altro.

Scritto da John Brancato, Brian Ferris e Jonathan Nolan, Terminator Salvation è il primo di una nuova trilogia ambientata nel futuro. Nel cast Christian Bale, Sam Worthington, Bryce Dallas Howard e Anton Yelchin. Terminator Salvation uscirà il 5 giugno in Italia.

Trovate tutte le informazioni sul cast, la produzione e la sinossi con la gallery, le locandine e i trailer nella nostra scheda.

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