J.G. Jones mette in pausa la carriera di disegnatore per curare un cancro del sangue

J.G. Jones si prende una pausa per curare una grave malattia, ma ha un nuovo progetto per la testa

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Dopo quasi venticinque anni nel mondo dei comics, J.G. Jones mette in pausa la sua carriera di disegnatore. Purtroppo, l'artista che ha firmato Wanted, Final Crisis, Strange Fruit, parecchie copertine di Y: The Last Man e svariate serie DC Comics e Marvel, vi è costretto da gravi problemi di salute, che ha spiegato durante un'intervista a Comics Beat:

Devo sottopormi a un'operazione di trapianto di cellule staminali. Ho avuto una rara forma di cancro del sangue, la Polycythemia Vera, negli ultimi otto anni. Si può gestire. Ma nell'ultimo anno si è trasformata in Mielofibrosi e il mio midollo osseo sta cedendo. Quindi sarà un lungo percorso e sarò in ospedale per una lunga riabilitazione che si prolungherà anche oltre, per parecchio tempo. Almeno sei mesi, prima che possa lasciare casa mia.

Ecco perché ultimamente Jones si è dedicato quasi esclusivamente alle copertine, meno impegnative di una serie, ed ecco perché sta scrivendo e riscrivendo una graphic novel tutta sua, che potrà continuare anche durante il recupero.

La mia malattia è particolare e ci hanno messo un po' a diagnosticarmela. Nello stadio iniziale, il midollo diventa iperproduttivo e ti trovi con troppi globuli rossi e bianchi. Mentre stavo disegnando Final Crisis, mi ricordo che ogni tanto rischiavo di svenire al tavolo da disegno. Andavo a dormire e restavo a letto per ore e ore. Il che metteva a rischio le scadenze. Ma pensavo fosse stress, non ci davo molto peso. Poi ho scoperto di essere malato, per puro caso, per un controllo di routine. Ed è una fortuna, perché il mio sangue era diventato troppo denso, e di solito, in quei casi, rischi l'arresto cardiaco. Fortuna che l'ho presa in tempo.

Da lì è partita una serie di salassi e poi di chemioterapie dolci, per controllare i sintomi e le cause, fino ai primi cedimenti del midollo osseo, che ora produce invece troppi pochi globuli. L'intervista è quindi virata verso argomenti più fumettistici, come le frequenti copertine di gruppo di cui Jones è ormai un maestro.

La cosa divertente è che io detesto i grandi gruppi. Ma spesso succede di doverli ritrarre e bisogna trovare il modo di renderli interessanti. Di solito, penso a ogni personaggio come a un diverso problema visivo da risolvere individualmente e mi lascio ispirare da un sacco di vecchie locandine cinematografiche e dall'arte classica. Dipinti, illustrazioni di grandi maestri. Sperimento angoli di inquadratura diversi e provo a rendere i personaggi interessanti per me, perché penso sia il modo migliore di mantenerli tali anche per il pubblico.

Jones ha commentato la sua famosa copertina di Hitekeia, avventura Wonder Woman che vede in copertina un Batman con un curioso sorriso sul volto.

Io e Greg Rucka parlavamo dell'idea della storia e lui mi ha chiesto, generosamente, se ci fosse qualcosa che volessi disegnare in particolare. Gli risposi che desideravo solo una cosa: una vignetta in cui Wonder Woman schiacciava la testa di Batman a terra. Lui scrisse la storia e il lavoro andò avanti, finché Bob Schreck non mi chiamò per dirmi che Greg aveva una grande idea per una copertina. Scommetto che avete indovinato quale fosse.

Jones ha quindi parlato della graphic novel che sta scrivendo, senza scendere troppo in particolari e rivelando che si tratta di un racconto ambientato in un'epoca passata:

Non sarà una storia sulla mia malattia, anche se capisco che potrebbe risultare interessante. Ci sono un sacco di cose che mi attraggono di più. E poi, quando mi viene un'idea, divento come un cane con l'osso. Non lascio andare nemmeno quando forse dovrei. Alcune delle cose che sto scrivendo, sono nate anni fa. Sono noto da ormai venticinque anni come artista e continuare a ripetermi all'infinito non è molto interessante. Ma avere un problema come il mio da affrontare è una cosa che ti motiva. Ci lavori o no, alla tua idea?

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Fonte: Comics Beat

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