Iron Fist: Larry Hama parla della filosofia di Heart of the Dragon

Larry Hama torna, quasi cinquant'anni dopo, sul personaggio di Iron FIst, con una storia radicata nella filosofia delle arti marziali

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Oggi, 20 gennaio, Iron Fist torna a presentarsi in tutto il suo fascino ai lettori americani, con una nuova miniserie in cinque numeri, intitolata Iron Fist: Heart of the Dragon. Danny Rand sarà impegnato in una nuova avventura, legata fortemente alle sue origini di carattere mistico, scritta nientemeno che da Larry Hama, che negli anni Settanta vide la propria carriera di disegnatore decollare anche grazie al suo impegno su questo personaggio.

Al suo fianco, a firmare le matite della miniserie, ci sarà David Wachter, ben noto ai fan delle Teenage Mutant Ninja Turtles, per realizzare una storia che si immerge nella filosofia alla base delle arti marziali orientali, di cui Hama è un esperto praticante.

Iron Fist: Heart of the Dragon #1, copertina di Philip Tan

Hama - Questa storia è come quando si torna a casa per scoprire che tutto è cambiato e in meglio. Amo il nuovo cast di supporto, le dinamiche e le relazioni che si sono create. Esplorare la complessità del sistema delle Sette Città e del Cuore del Cielo, e immergersi nel passato dei dragoni è stata una sfida rinvigorente. Danny dovrà affrontare un male definitivo che minaccia tutto ciò che esiste sotto il cielo. Il titolo della serie è leggermente fuorviante, poiché parleremo di tutti i cuori di tutti i draghi. E poi tratteremo i temi della rinascita, della redenzione e dell'importanza della compassione.

Lavorare oggi su Iron Fist significa, per me, una prospettiva completamente diversa rispetto al passato, anche perché ora mi occupo della sceneggiatura mentre, in origine, ero il disegnatore delle storie. La serie fu la mia prima mensile alla Marvel e lavoravo accanto al grande Gil Kane, quindi sapevo di dover dare il duecento percento. Dopo quarantasette anni, trovo una mitologia molto ampliata e diverse opere brillanti dedicate al personaggio, quindi mi sento nuovamente tenuto a non risparmiare nulla.

L'azione, nelle arti marziali, è solo una coreografia. La filosofia delle organizzazioni delle discipline marziali ha le sue radici nel Buddismo. Le arti marziali Zen ruotano attorno al concetto di mente unitaria. Il tempio Shaolin in China è un tempio Chan, di pratica Zen. Lo Shorin-ryu Kempo è l'estensione dello Shaolin, e così via. Si tratta di un approccio non intellettuale all'inconoscibile che alcuni chiamano soglia della passività al di là di ogni attività. Difficile da far capire a qualcuno senza colpirlo in testa con un bastone, ma il maestro Mas Oyama lo ha spiegato in termini più terra terra con queste parole: dominare le proprie paure significa dominare la morte, e dominare la morte significa dominare la vita.

Non ho mai incontrato David Wachter e non ci ho mai parlato, non ho mai comunicato direttamente con lui, ma adoro quel che fa e ha reso il mio lavoro visivamente migliore con il suo tratto meravigliosamente sorprendente e pulito. Le immagini che ha prodotto sono andate ben oltre le mie aspettative, fa recitare i personaggi davvero splendidamente e suggerendo moltissimi sottintesi, la sua narrazione per immagini è limpida e argentina. E lo dice uno che ha lavorato con Michael Golden, Marc Silvestri e Adam Kubert. David è di quel livello, per quanto mi riguarda.

Ultimo consiglio di Larry Hama ai futuri lettori di Iron Fist: Heart of the Dragon: abbandonare ogni preconcetto prima di aprire gli albi e godersi il viaggio al massimo.

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Fonte: Games Radar

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