Intervista a JK Rowling!

L'autrice ha affrontato una grande varietà di temi nella sua chiacchierata con Stephen Fry... Ecco i momenti salienti dell'intervista! Per esempio: Voldemort è il padre di Harry? Niente spoiler sul sesto libro!

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Fonte: Veritaserum, The Leaky Cauldron

L'intervista è piuttosto lunga (oltre mezz'ora) e non è al momento disponibile una trascrizione completa. Ecco intanto la traduzione della prima parte; se nelle prossime ore dovesse apparire il resto della trascrizione, naturalmente ve la proporremo!

E' possibile scaricare l'mp3 dell'intervista completa (28 minuti) da questo link (Veritaserum.com; cliccare col destro e salvare).

Stephen Fry chiede a JK Rowling con quale personaggio si identifica di più:

JKR: Probabilmente con Harry, perché è con i suoi pensieri che ho a che fare, più che con quelli di tutti gli altri. Credo che sia impossibile non mettere qualcosa di se stessi nei propri personaggi.


SF: Ha mai pensato, mentre scriveva i libri, che la sua storia avrebbe fatto conoscere a tante persone il mondo dei collegi privati inglesi?

JKR: In realtà nemmeno io ci sono mai stata, perché ho studiato alla scuola pubblica. Ma per la trama era essenziale che i ragazzi dormissero tutti nello stesso edificio; la trama e la tensione sarebbero crollate se i ragazzi fossero potuti tornare a casa dai genitori e raccontare loro tutto. Quindi era necessario che fosse un collegio. E' anche logico che un luogo in cui si fa così tanta magia sia isolato e chiuso, per evitare che i Babbani lo scoprano.

SF: Uno degli elementi di maggior tensione nei libri è la vicinanza che il lettore percepisce tra Harry e Voldemort - colui che non deve essere nominato, ma deve essere nominato. Ora che la serie si avvia alla conclusione, le teorie e le speculazioni si sprecano, e ora io non le chiedo di darci delle risposte, ma le dico che ci sono in giro molte teorie sul rapporto più o meno stretto tra il Signore oscuro e il nostro eroe che ha salvato il mondo.

JKR: La domanda che tutti mi facevano all'inizio era: "Voldemort è il padre di Harry?" E naturalmente, questa è una "domanda-Star-Wars"! [Ride] Non è un collegamento alla Darth Vader/Luke Skywalker: non c'è alcuna parentela biologica.

SF: Una teoria molto gettonata è quella per cui Harry sconfiggerà Voldemort a spese dei propri poteri, e tornerà nel mondo come un Babbano qualunque.

JKR: E' un ottimo finale!

SF: Può prenderlo in prestito e usarlo, se vuole.

JKR: No, verrei accusata di plagio da circa 13 milioni di ragazzini.

SF: Per inventare nomi e parole, consulta il dizionario Oxford, oppure libri di parole rare?

JKR: Non uso libri, no. Di solito sono cose o persone in cui mi sono imbattuta per caso. Tranne Gilderoy Lockhart [Allock]: il cognome l'ho trovato su un monumento ai caduti della guerra, mentre il nome proviene da un libro di fiabe.

SF: Mi domandavo se il modo in cui io leggo i suoi libri negli audiobook ha influenzato il modo in cui lei li scrive.

JKR: A un certo punto, mentre scrivevo Il Calice di Fuoco, capitava che mi sedessi alla scrivania, alla sera, con la sua voce che proveniva dallo stereo in camera di mia figlia. E' stata davvero un'esperienza totalizzante: non riuscivo a sfuggire a Harry Potter, lo sentivo e intanto lo scrivevo.

[La figlia di JKR, Jessica, chiede a Stephen Fry come è riuscito a fare la voce di Hermione]
SF: Addolcendo e arrotondando la mia voce.
JKR: Ricordo di aver assistito alla registrazione, e lei, Fry, mi ha detto che è difficile pronunciare in maniera sibilante una frase in cui non ci sono consonanti sibilanti. Se nel libro c'è scritto "Someone had hissed, 'Don't do that!'", ma nella frase non ci sono "s"...

Poi, è Jo Rowling a porre una domanda al suo intervistatore:

JKR: C'è un personaggio con cui si identifica particolarmente?

SF: Silente.

JKR: Silente è colui che porta il peso della conoscenza; a volte preferirebbe non sapere certe cose.

SF: Ai tempi del primo libro, un ragazzino disse "Harry sembra non sapere cosa sta succedendo, per la maggior parte del tempo, e nemmeno io lo so".

JKR: Doveva essere così, perché è proprio questo che sto cercando di dire su Harry come eroe: è un eroe molto umano. Bisognava che Harry raggiungesse una specie di collasso psicologico, e dicesse di non voler più fare l'eroe, perché aveva perduto troppo e non voleva perdere altre cose per lui preziose. Questo crollo c'è stato nel quinto libro. E ora Harry risorgerà dalle sue ceneri, rinvigorito e rafforzato.

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