Interstellar: Christopher Nolan parla del suo stupore per la singolare e "conservatrice" critica ricevuta da altri registi
Nel libro “The Nolan Variations”, Christopher Nolan spiega che, con Interstellar, si attirò addosso delle critiche da parte di altri registi
Con la complicità dell'arrivo nelle librerie americane di “The Nolan Variations”, testo di Tom Shone dedicato al celebrato e ammirato filmmaker britannico da tempo trapiantato in America, possiamo scoprire (via Indiewire) un'altra critica collegata sempre a Interstellar che, contrariamente alla precedente, non arrivava a Christopher Nolan dal cast della pellicola, ma da alcuni suoi colleghi registi (di cui non rivela i nomi). Critica che aveva a che fare con un ben noto "nodo gordiano" della filmografia nolaniana: il sound design, aspetto che tiene banco da sempre, fin dalla voce poco chiara di Bane ne Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno fino al recentissimo Tenet.
"C'è una meravigliosa sensazione di fisicità nel suono d'Interstellar" prosegue Christopher Nolan "un aspetto su cui abbiamo insistito più di quanto chiunque abbia mai fatto. Abbiamo lavorato sull'idea di sub-channel che ti permette di avere un sacco di vibrazioni. Molte arrivavano grazie alla musica, dove Hans Zimmer aveva quest'organo usato alle note più basse che facevano letteralmente vibrarti il torace. Le basse frequenze vengono filtrate automaticamente dal software. Lui aveva disattivato completamente l'opzione e si possono sentire tutte. E col doppiaggio abbiamo fatto lo stesso. È un mix audio molto affascinante. E, specie nelle proiezioni IMAX, è davvero degno di nota".