Inside Out 2: la troupe svela cosa hanno dovuto cambiare nel loro lavoro rispetto al primo film

La troupe di Inside Out 2 racconta cosa è cambiato nel loro lavoro rispetto al primo film, in particolare le nuove tecnologie.

Condividi

Il 19 giugno arriverà nei cinema Inside Out 2, a quasi 10 anni dall'uscita del primo film.

Per realizzare il sequel Pixar si è servita di persone che conoscevano il progetto, avendo già lavorato nella prima pellicola, e persone nuove. Tra queste troviamo Rebecca McVeigh, che racconta la sfida nel lavorare a un sequel:

Ci sono aspetti positivi e negativi nel lavorare a un sequel. L'aspetto positivo è che il cast originale delle cinque emozioni di Inside Out è così distintivo ed è facile entrare in quello spazio perché sono personaggi così ben realizzati nel primo film. Vuoi rimanere fedele alla voce originale di quei personaggi, ma stai anche portando qualcosa di nuovo perché questa dovrebbe essere una nuova storia in cui vogliamo esplorare nuovi territori.

Il direttore della fotografia Adam Habib, lo stesso del primo film, racconta cosa è rimasto uguale e cosa è cambiato nel sequel:

Per il layout, avevamo ancora uno stile di ripresa per il mondo umano e uno stile di ripresa per il mondo della mente, e volevamo mantenere quel motivo dal primo film. Per questo film abbiamo utilizzato obiettivi anamorfici o rendering anamorfici nello stile del mondo umano, e per me è stato come: "Perché non ci abbiamo pensato la prima volta?"

Il designer di produzione, Jason Deamer, conclude dicendo che per quanto riguarda il suo lavoro non ha potuto tenere niente del vecchio film, dal momento che la tecnologia era progredita troppo:

Abbiamo ricreato i personaggi da zero ogni volta che abbiamo fatto un sequel, e diventano leggermente più sofisticati perché il software è migliorato.

In Inside Out 2 ritroveremo Riley, ormai adolescente, insieme alle emozioni del primo capitolo (Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura) oltre a nuove emozioni come Ansia e Imbarazzo.

Seguiteci anche su TikTok!

FONTE: Deadline

Continua a leggere su BadTaste