Infinite Frontier: Joshua Williamson mostrerà l'Universo DC da nuove prospettive
Mostrare gli eventi dell'Universo DC con gli occhi di personaggi imprevedibili, spesso minori: ecco lo scopo di Infinite Frontier
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Williamson - Si può dire che sono stato un fan della DC da tutta la vita e ho ovviamente i miei personaggi e le mie aree preferite all'interno del suo universo. Credo che si possa vedere che il mio lavoro degli ultimi cinque anni abbiano gravitato attorno a certi elementi che mi ossessionano, quando lavoravo su Flash o Suicide Squad. Ma su questa serie, ho potuto usare personaggi che normalmente non si vedono, come Chase o Bones, un po' di Obsidian e Jade, Roy Harper e altri pezzi piuttosto mondani dell'Universo DC che ho sempre voluto vedere sule pagine.
Questa miniserie è il primo atto di un piano molto ampio che abbiamo messo in moto, quindi ci sono dei punti a cui so che dovremo arrivare e altri, che non appartengono alla mia storia ma a quella di altri, su cui devo fornire delle coordinate, indirizzare verso certe mete. Allo stesso tempo ho un sacco di libertà, per fortuna, perché ho fatto parte del progetto sin dal primo giorno, sin dalle prime telefonate in cui proponevamo quel che sarebbe stato Infinite Frontier, come post-Death Metal.
Ho visto tutti i pezzi che venivano messi insieme, ho potuto scegliere quelli che mi interessavano di più. Ho in effetti molta libertà, ma allo stesso tempo ho il compito di assicurarmi che alcuni di questi pezzi vadano dove è previsto. Non vorrei mai incasinare le storie altrui. Di base, ho creato sei diverse vicende per la miniserie Infinite Frontier, con un tema comune. trame che, a un certo punto, vedremo collidere tra loro.
Con la serie Secret Files, abbiamo lavorato sulle trame di Infinite Frontiers quando abbiamo iniziato a sviluppare i suoi personaggi e a parlare di quali avremmo utilizzato in effetti. Due elementi sono emersi: innanzitutto il fatto che non fosse scontato che la gente sapesse chi erano questi personaggi, cosa vogliano, da dove vengano e quale fosse il loro ruolo nell'Universo DC; la seconda era la necessità di creare un ponte dal numero #0 al numero #1, perché sapevamo che ci sarebbero stati tre mesi di vuoto tra le storie.
Ecco perché è nata la serie digitale di sei capitoli da 12 pagine Secret Files, che conferisce un contesto ancora più ampio a Infinite Frontier, che Joshua Williamson scrive assieme a Brandon Thomas, Dan Watters e Stephanie Phillips, scelti direttamente da lui.
Williamson - Se leggete Infinite Frontier, avrete davanti una storia completa, ma se decideste di fare altrettanto con Secret Files, avrete un quadro più generale della situazione, vedrete un po' di quel che succede dietro le quinte ai personaggi, più informazioni sulle ragioni che li spingono ad agire, in particolare su Bones e lo Psico-Pirata, catalizzatori importanti di Infinite Frontier. Sono davvero felice di quel che abbiamo fatto con loro.
Inoltre, vedremo anche storie brevi su Jade e Obsidian, persino sul Presidente Superman. Williamson promette anche che le trame che riguardano Lian Harper e Catwoman troveranno una loro collocazione, prima o poi. Lo sceneggiatore è in costante comunicazione, al meglio delle sue possibilità, con i suoi colleghi che lavorano su altre testate, soprattutto le più importanti, di modo da assicurare coerenza tra Infinite Frontier e le trame aperte in DC. Il progetto è chiaramente molto ampio e richiede grandi sforzi di coordinazione.
Williamson - Una delle cose che ho in mente in questo momento per il piano generale e per Infinite Frontier, è la volontà di mostrare l'Universo DC da più prospettive. Abbiamo visto grandi eventi come questo, negli anni, con gli occhi di Superman, Batman, Wonder Woman, della trinità. Ma io voglio godere di altre prospettive, quelle di persone che di solito non fanno da punto di vista. Voglio vedere qualcosa come Batman: Urban Legends, che ci dà l'opportunità di raccontare storie che parlano di altri personaggi. Ce ne sono tantissimi, là fuori. Ed è entusiasmante parlare con altri sceneggiatori e vederli scegliere alcune di queste figure minori, che magari li incuriosiscono dacché sono bambini.
Ram V, ad esempio, è un autore che si approccia all'Universo DC in maniera molto diversa dal fan di vecchia data e completista Williamson. Proprio questo gli permette, per le storie di Justice League Dark, di proporre all'autore di Infinite Frontier dei personaggio cui lui non avrebbe mai pensato. Altri sceneggiatori con cui Williamson discute molto in questo momento sono James Tynion IV, responsabile delle gesta di Batman, e Tom Taylor.
Williamson - Per quanto riguarda la continuity, faccio le scelte in maniera molto personale. Sento che tutto quel che è successo prima di Nuovi 52, ovviamente, sia effettivamente successo, anche quando a volte le cose si fanno un po' fumose. Ma in questi casi si scelgono singoli elementi che funzionano per la propria storia. Non ci sono regole rigide. Parlo spesso con gli editor, per esempio, quando scrivo Robin, e ascolto le opinioni di chi è più appassionato del personaggio.
In generale, spero che i lettori capiscano che su Infinite Frontier cerchiamo di fare qualcosa di diverso dopo due anni in cui abbiamo visto eventi che avevano una portata davvero colossale. Volevamo regalarvi una storia che fosse più domestica, più contenuta, ma destinata a diventare sempre più grande.
C'è una pagina, nel sesto numero, in cui ho perso il conto dei personaggi che compaiono in una scena d'azione davvero enorme. Ho scritto una lettera di scuse a Xermanico, il disegnatore della miniserie, perché in quell'albo succede davvero una marea di cose. Ma, come vi dicevo, siamo solo al primo atto di una storia molto lunga. Ci sarà da divertirsi.
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