Image: Rob Liefeld torna alla Extreme e riporta in vita Bloodstrike e Brigade

Rob Liefeld torna a scrivere e disegnare nuove storie di Bloodstike e Brigade, i team che creò per la Extreme negli anni Novanta

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Bloodstrike CoverRob Liefeld torna al suo passato riportando in vita, quest'estate, due dei suoi fumetti storici targati Extreme: Bloodstrike e Brigade. Tornano ad accasarsi presso la Image Comics questi due team di antieroi che promettono, nelle dichiarazioni dell'autore, di riproporci un fumetto più maturo, sanguinoso e sporco di quanto abbiano fatto in precedenza. Liefeld ha parlato delle ragioni che lo spingono a riportare in vita le due squadre e le loro storie in un'intervista rilasciata a Newsarama.

Avrei voluto tornare a raccontarvi le vicende di queste mie due creature già da tempo, ma dopo il periodo dal 2010 al 2013, in cui praticamente scrivevo e disegnavo da solo due comic book interi al mese, ho voluto, anzi dovuto, prendermi un periodo di pausa per recuperare idee e energie. A tirarmi fuori dal torpore è stato il fatto di vedere gente come Brandon Graham, Erik Larsen e Joe Keatinge scrivere storie per i miei personaggi. Non aveva senso lasciare che gli altri lavorassero al posto mio. Il ritorno di Bloodstrike e Brigade è il mio modo di tornare a concentrarmi sulle mie cose.

I due titoli sono legati fra loro da sempre, dato che i due capi delle due squadre sono i fratelli Stone, John e Cabbot, acerrimi rivali. Questo tema sarà costantemente presente, come lo è sempre stato. Anche il recente revival di Tim Seeley ha affrontato l'argomento e non ho intenzione di abbandonarlo.

Bloodstrike CopertinaLiefeld ha spiegato che il nucleo della storia di Bloodstrike rimane lo stesso delle origini, del 1990. Due squadre di soldati riportati in vita dalla morte dal Progetto: Born Again. Soldati d'elite che tornano in azione, tra cui vecchi personaggi delle serie originali più nuove reclute. Il focus sarà sui dubbi morali ed esistenziali di una di esse e, in parte, sul fatto che Cabbot inizia ad essere insofferente e fisicamente danneggiato dagli infiniti processi di rigenerazione. Liefeld avverte: ci saranno nuove minacce, ma i fan della Extreme non faticheranno a riconoscere la nuova recluta, quando calerà la maschera.

Anche per i miei standard, ci sarà parecchio sangue e molta violenza. Ho voluto raccontare una storia ancora più dark di quelle del passato. Ho tentato di prendere strade diverse, ma non è stato possibile: questi personaggi mi guidano in quella direzione. I lettori sappiano che non è affatto una storia per ragazzi.

La trama di Brigade è riassunta, nelle sue fasi iniziali, in questi termini: una tiranno di nome Imperator, ha preso possesso del futuro. Il pianeta è sotto il controllo della sua potente famiglia. La squadra cerca di impedire il realizzarsi di questo futuro possibile (soprattutto Bloodstone) e, nel tentativo, incasina parecchie linee temporali, creando dei passaggi fra di esse. La storia serve anche come dietro le quinte di quel che si è visto in Glory di Joe Keatinge, Prophet di Brandon Graham e Bloodsport di Mark Millar... e in pratica ogni storyline in sospeso dell'etichetta Extreme. Resta un fumetto che si può leggere in modo indipendente, ma ci sono parecchi accenni all'universo narrativo tutto attorno.

Liefeld ha anche spiegato come mai questi fumetti avranno copertine che omaggiano direttamente quelle che realizzò negli anni Novanta per la Marvel Comics, come quella di New Mutants #98, citata in maniera esplicita.

Semplice. Quando vedi altri artisti ed editori omaggiare il tuo lavoro come è stato fatto ultimamente con i miei fumetti più famosi, sei naturalmente portato a rivisitare tu stesso alcune di quelle immagini e illustrazioni. Ed è quel che faccio con molte delle cover più familiari e riconoscibili che ho disegnato. Sono cresciuto vedendo i grandi artisti che si ciavano fra loro e citavano se stessi. Non faccio altro che continuare la tradizione.

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Fonte: Newsarama

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