Image: Rick Remender fa di Black Science un viaggio nella personalità umana

Rick Remender dopo un anno di Black Science, la serie fantascientifica (e molto di più) disegnata dal nostro Matteo Scalera

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Black Science Interni Scalera Colore 2Non abbiamo fatto in tempo a recensire il primo numero di Black Science che il suo sceneggiatore, Rick Remender, ci ha fatto dono di una bella intervista, ancorché piena di spoiler e di riferimenti molto precisi alla trama e ai personaggi che ancora noi Italiani non abbiamo letto, perlopiù, sulla celebrata serie che sceneggia per i disegni del nostro Matteo Scalera.

Cercheremo di ripulire le parti più interessanti da quel che attiene ai particolari di trama, perché Remender tocca alcuni punti tematici che potrebbero interessare molto i curiosi che ancora non conoscono e sono interessati al fumetto.

Una delle cose che ho cercato di trasmettere alla storia del protagonista, Grant McKay, è una dimensione sia generale che particolare. Nel suo viaggio tra le realtà, scopre certamente il potere di ognuno di noi di influenzare, tramite l'effetto farfalla, il cosmo attorno a sé e l'universo intero, ma si rende conto che questo equivale, sempre e comunque, ad avere un effetto sulle persone che si hanno attorno.

La paura principale di McKay, per quanto sia un personaggio dalla morale discutibile, è quella di un padre, terrorizzato dalla prospettiva di consegnare ai propri figli un mondo freddo e oscuro, arido e finito. Il suo lavoro di scienziato con la Lega Anarchica lo ha portato lontano dalla famiglia, lo ha privato del suo tempo con essa. Da lavoratore a volte indefesso, capisco perfettamente il suo terrore e il rammarico per il tempo perduto.

Senza scendere troppo nei particolari di trama, Black Science mette in scena il viaggio di Grant McKay attraverso un numero potenzialmente infinito di realtà. Remender ha sin qui mostrato come, nonostante le possibilità illimitate, alcuni comportamenti dei personaggi ricorrenti si ripetano costantemente, nell'impossibilità delle persone di rinunciare ad alcuni aspetti della propria identità. Identità che troviamo fortissima soprattutto nel protagonista, che l'autore definisce così.

Black Science interni ScaleraGrant è un anarchico, un casinista, intimamente contrario all'autorità e senza scrupoli nel mettere il naso in questioni importantissime che non lo riguardano, come la fattura stessa della realtà. Non l'ho mai visto come un personaggio adolescente che abbia in qualche modo bisogno di crescere e di uscire da questa condizione.

Trovo che sia un'idea meravigliosa e affascinante affermare di non rispondere ad alcuna autorità, vedere se stessi come un uomo dal cuore forte, con la mente al posto giusto, che prenderà certamente la decisione migliore anche senza dover rispondere a delle regole o a un ordine superiore. Certo, ci sono decine e decine di conseguenze per le proprie azioni, ma l'importante è prendersene la responsabilità.

L'intervista ha poi virato su una serie di considerazioni che preferiamo non riportare, perché descrivono in maniera dettagliata le ambientazioni in cui viene a trovarsi McKay. Vi basti sapere che Remender e Scalera, che si è preso grandi complimenti sia dall'intervistatore che dal suo collega, non hanno paura di mescolare le carte, di intrecciare luoghi e periodi storici a noi ben noti e i topos della fantasia e della narrazione di genere. Non vogliamo rovinarvi alcuna sorpresa, ma per stuzzicare la vostra curiosità lasciateci dire solo queste due parole: Egitto Pulp.

Un'altra interessante questione è relativa a certi personaggi che, nei viaggi di Grant, tornano in continuazione, ogni volta che cambia realtà. Versioni della stessa persona entrano in contatto con il viaggiatore e si declinano secondo visioni diverse di sé, affrontando i propri demoni interiori in maniere sempre diverse. Il che ha permesso a Remender alcune considerazioni.

Black Science 1Scoprire ogni volta una sfaccettatura diversa di una persona. I personaggi della serie, spesso, servono a questo. Non vogliamo che vi facciate delle idee preconcette su di loro, ma che abbiate sempre qualcosa da scoprire. Dopotutto, persino le persone più cattive che conosciamo sono complicate. I peggiori uomini che abbia mai incontrato hanno fatto cose e compiuto gesti che posso solo definire nobili e generosi.

Tutti noi siamo composti di tanti particolari, che sono presenti dentro di noi in percentuali variabili. Nel nostro cervello ci sono migliaia e migliaia di personalità potenziali che interagiscono tra loro, come in un'enorme partica di Dungeons and Dragons, in cui tiri i dadi per scoprire le tue caratteristiche e ti ritrovi in mano la tua identità.

Particolari interessanti che emergono in Black Science e che lo rendono ben più di un fumetto di fantascienza, come sottolineato dal redattore di Comic Book Resources. Una direzione imprevedibile agli esordi di questa serie che ha conquistato i favori della critica e del pubblico e ha fatto la gioia della Image Comics, che si è ritrovata per le mani l'ennesimo successo degli ultimi anni.

Un successo a cui sta per aggiungersi un altro talento italiano: il disegnatore campano Moreno Dinisio, che salterà sul carro di Black Science con il numero #12, per offrire le sue notevoli doti di colorista e tornare a lavorare con l'amico e collega Matteo Scalera.

Black Science Interni Scalera Colore

Fonte: Comic Book Resources

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