Image Expo: Brian K. Vaughan parla della sua storia di The Walking Dead
Dichiarazioni sparse di Brian K. Vaughan sui colleghi disegnatori, sul suo speciale di The Walking Dead e, ovviamente, su Saga
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Nessun problema con Fiona Staples, la quale sembra perfettamente in grado, nonostante le iniziali perplessità di Vaughan, di rispettare i tempi e gli impegni come disegnatrice di Saga. I dubbi dello scrittore derivavano dal fatto che la Staples ha preso in carico le matite del reboot di Archie, il che avrebbe potuto confliggere con il cammino dell'epopea fantasy spaziale più di successo degli ultimi anni. Ma pare che non sarà così.
Marcos è un sogno ed è l'unico artista con cui lavori che, quando gli mando una sceneggiatura, si rifiuta di disegnare quel che propongo. In generale, questo mi manderebbe ai pazzi, ma lui è talmente bravo che lo perdono. Lo adoro.
Tornando a Saga, l'autore ha difeso gli interventi metafumettistici presenti nel fumetto, definendoli momenti che potrebbero, in effetti, distrarre dalla storia principale, ma senza rappresentare un difetto. Piuttosto arricchiscono la narrazione. Inoltre ha rassicurato tutti quanti sui decessi presenti nella vicenda: Saga è un fumetto che parla di una guerra. Potrà essere un dispiacere per i lettori e per la Staples, ma è sempre stato chiaro, sin dall'inizio, che ci sarebbero state delle vittime. Parecchie.
Infine, una promessa.
Non tornerò mai a scrivere Y: The Last Man o Ex Machina. A meno che, un giorno, mio figlio non abbia bisogno di un apparecchio per i denti. Allora, forse, mi rimangerò queste parole.
Fonte: Comic Book Resources