Image: Chris Burnham parla della messa in scena di Die!Die!Die!
Chris Burnham, alla vigilia del quarto numero di Die!Die!Die!, parla della violenza del fumetto
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Il disegnatore ha risposto alle domande di Newsarama ed ecco quanto è emerso di interessante:
C'è una cabala segreta nel governo americano che usa la manipolazione della finanza per influenzare gli eventi del mondo, così come omicidi mirati. All'interno di questa cabala lavorano tre fratelli identici: Paul, quello buono, George, quello cattivo, e John, quello neutrale.
Cerco sempre di definire quante informazioni visive ho bisogno di dare al lettore per fare in modo che capisca con precisione quel che appare sulla pagina. In un fumetto d'azione come questo è il caso di mostrare il corpo intero di chi combatte? Mi serve far vedere l'intero ambiente in cui l'azione avviene? Le relazioni fisiche e spaziali tra i personaggi sono chiare abbastanza da permettermi di tagliare e passare a dei primi piani? Questo è il genere di domande che mi faccio.Sono felice che molti apprezzino le sottotrame dei singoli personaggi. Amo le sottotrame. Forse, il mio fumetto preferito di sempre è Savage Dragon, che dava decisamente il meglio di sé quando era pieno di trame collaterali. C'era ogni genere di personaggio folle che faceva cose entusiasmanti e misteriose. Erik Larsen era assolutamente spietato nei confronti dei propri personaggi. Il Trono di Spade, in confronto, sembra My Little Pony.
Il mio vocabolario cromatico è piuttosto limitato, quindi non so dirvi molte cose della palette di per sé, ma apprezzo moltissimo il lavoro di Nathan Fairbairn e il fatto che il suo lavoro insegua sempre le linee, invece di coprirle o sottolinearle. Ci sono molti ottimi coloristi che usano Photoshop alla grande, ma non capiscono le basi della forma, della luce e della prospettiva. Nathan è un disegnatore molto bravo già di suo, e per questo è capace di cogliere e di rendere ancora più chiare le immagini e le azioni che le mie linee descrivono. Inoltre, è un grande narratore e scrittore, quindi colora sempre con lo scopo di proporre un'atmosfera emotiva alle scene e di aumentare la loro leggibilità.
Ci sono alcune sequenze che vedrete, qualche gag orrorifica e un paio di scene violentissime, che mi sono sentito disturbato a disegnare. I traumi del collo, una volta, non mi davano il voltastomaco. Potevo guardare Jason che tagliava gole tutto il giorno e non fare una piega, ma da quando ho letto la descrizione dell'omicidio di Nicole Brown Simpson, da parte di O.J., mi fanno decisamente senso.
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